La polemica sugli interessi
Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti. Dovrebbero ricordarsene coloro che meditano di richiedere la sospensione delle rate del mutuo, magari spinti a questo passo estremo da un momento di difficoltà economica e legittimati dalla possibilità di fare questa richiesta allo Stato, come dicevamo qui.
Dovrebbero ricordarsene perché, se nell’informarsi sulla procedura da seguire per attuare questa possibilità passassero per il sito del Dipartimento del Tesoro, si imbatterebbero in una frase che, se ben compresa, può evitare lo choc di vedersi caricare spese che possono apparire esorbitanti e fuori luogo nel momento in cui, dopo la sospensione temporanea, riprenderanno a pagare regolarmente le rate del mutuo.
La frase in questione è: “il Fondo ripagherà alla banca il tasso di interesse applicato al mutuo con esclusione della componente di “spread””. Il che significa che, se è pur vero che il Fondo di solidarietà destinato con una legge del 2007 a permettere alle famiglie in difficoltà di sospendere fino a 18 mesi il pagamento delle quote del mutuo, si incarica di pagare alle banche gli interessi sulle rate sospese (attenzione: sulle rate sospese, NON sull’intero ammontare residuo del mutuo), questi interessi comprendono solo i tassi alle condizioni di mercato vigenti al momento della stipula del mutuo, ma escludono gli spread legati alle variazioni dei tassi, in particolare in caso di mutui a tasso variabile.
Ciò che questo significa lo ha spiegato molto chiaramente Altroconsumo, che, interpellato dal Corriere della Sera lo scorso 26 gennaio, ha fatto luce sui cosiddetti “oneri di sospensione” che costituiscono il costo di fermare il pagamento del mutuo casa per qualche mese. Per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile (calcolato come la somma del tasso Euribor più lo spread), lo Stato si farà carico solo degli interessi calcolati in base al tasso Euribor: lo spread resterà a carico del mutuatario. Allo stesso modo, chi ha stipulato un mutuo a tasso fisso (tasso Irs più lo spread) dovrà comunque pagare gli interessi legati allo spread, e anche alla differenza tra Irs odierno e Irs al momento della stipula del mutuo. Che, fa notare il Corriere, in un contesto di calo dei tassi come quello odierno, equivale a far pagare quasi interamente gli interessi. In questo modo, per un mutuo a tasso fisso sospeso per 18 mesi si possono arrivare a pagare 4 mila euro di interessi.
Il vantaggio di sospendere i pagamenti in un momento difficile potrebbe quindi rivelarsi molto più costoso del previsto. Prima di rinunciare, però, è bene fare accuratamente i conti, possibilmente con l’assistenza di un esperto. In effetti, se si sospende il pagamento delle rate del mutuo, quel che succede è che si rimanda la scadenza del finanziamento – che in questo modo “dura” di più - pagando parzialmente gli interessi maturati durante il periodo di sospensione (al netto della parte a carico del Fondo di solidarietà). Tali interessi a conti fatti potrebbero rivelarsi inferiori a quelli che si avrebbero se il mutuo durasse naturalmente di più e quindi sospendere il pagamento potrebbe rivelarsi in ogni caso una mossa conveniente.
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