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Mutui per i soci, si rischia

24 feb 2015 | 3 min di lettura | Pubblicato da Redazione M.

coppia felice con cane

Un po’ di cronaca, in questi giorni, si impone. È di questi giorni la notizia delle indagini che coinvolgono Veneto Banca, un istituto bancario che ha forma di società cooperativa per azioni, relativamente ad una pratica che consisteva nell’obbligare i propri clienti ad acquistare azioni della banca stessa in cambio della concessione di un mutuo o di un prestito. Il pretesto – che mascherava l’obbligo – era quello di un vantaggio per il cliente, il quale, acquistando azioni della banca e diventando socio della stessa, poteva ottenere mutui a condizioni agevolate. Il risultato è stato che un istituto di credito come Veneto Banca, non quotato in Borsa, abbia potuto “gonfiare” il proprio patrimonio di vigilanza millantando una stabilità che in realtà non aveva. Tutto mentre gli ignari beneficiari di mutui e prestiti si ritrovavano in mano azioni non quotate (il cui valore quindi non è stabilito dal mercato ma dalla banca stessa) molto meno solide e con molte meno prospettive di rivalutazione di quel che gli era stato fatto credere.

Raccontiamo questa storia per mettere sull’avviso coloro che abbiano intenzione di avventurarsi nella richiesta di un mutuo bancario: attenzione alle condizioni che la banca vi pone, perché non sempre la trasparenza la fa da padrona.

Mutuo casa: trova il migliore per te
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Non è certo una novità – e bisogna accettarlo il più serenamente possibile – che le banche non siano istituti di beneficienza, e che se quindi concedono un finanziamento lo fanno dopo aver valutato attentamente il proprio interesse. Tuttavia ci sono alcune pratiche, come quella descritta nel caso di Veneto Banca, che se pure non sono esplicitamente vietate dovrebbero però far scattare dei campanelli d’allarme nel momento in cui si presentino al cliente.

Quella di vendere azioni proprie della banca, in effetti, non è una prassi illegale; se Veneto Banca è finita sotto inchiesta è più che altro per aver dichiarato un patrimonio più solido di quello effettivamente posseduto (come accaduto anche a Ubi Banca e a Banca Etruria, anch’esse sotto inchiesta).

Vero è che, nel caso di cronaca, quanto rivelato da alcuni ex clienti ed ex dipendenti della banca (nelle testimonianze riportate da Il Sole 24 Ore, che ora gli inquirenti verificheranno) mostra che la concessione di mutui in cambio di azioni non era contrattualizzata, bensì risultava da un tacito accordo che comunque, se non rispettato, impediva di fatto l’erogazione del mutuo.

Però è anche vero che i finanziamenti per l’acquisto di casa riservati ai soci azionisti delle banche – soprattutto popolari – sono apertamente pubblicizzati. Digitando su Google “mutuo soci”, il primo prodotto del genere che compare è proprio il Mutuo Soci di Veneto Banca, ma c’è anche il Mutuo Soci d’Oro di FriulAdria, “Mutui Soci” della Banca Popolare di Vicenza, “Mutuo Casa Soci” della Banca d’Alba. Per fermarci solo alla prima pagina della ricerca.

Nulla di illegale insomma: però attenzione perché il rischio resta. A fronte delle condizioni agevolate offerte per il mutuo (tassi più bassi, rate più gestibili), infatti, ci si potrebbe ritrovare azionisti di una società che non solo non ha adeguate prospettive di crescita, ma può anche cadere in disgrazia, trascinando con sé azionisti grandi e piccoli. Prima di accettare di acquistare le azioni della banca a cui si chiede il mutuo, quindi, è sempre bene consultarsi con un esperto; alla peggio, ci si può rivolgere ad un’altra banca.

Ciò che invece è esplicitamente vietato dalla legge, e in particolare dalla legge n. 27 del 24 marzo 2012, è che la banca imponga l’apertura di un conto corrente o di una polizza assicurativa in cambio dell’erogazione del mutuo. In generale, contro le clausole vessatorie che possono nascondersi tra le pieghe di un contratto di mutuo, il cliente è tutelato dall’articolo 5 del Decreto Legge 24 gennaio 2012, n. 1.

24 February 2015 di Floriana Liuni

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