Interessi passivi, lavori di ristrutturazione. Tante le detrazioni

Cosa si può detrarre e fino a che somma

Giugno non è solo, tempo permettendo, mese di primi week-end di sole e saggi di fine anno scolastico. Per quasi 14 mln di contribuenti inizia la stagione delle dichiarazioni, con la possibilità, già a partire dal 2 maggio scorso, di poter visionare e modificare, dal sito dell’agenzia delle entrate, la propria dichiarazione dei redditi, e spedirla entro il 22 luglio.

Per chi ha un lavoro dipendente, è arrivato il momento di raccogliere tutta la documentazione relativa a quelle che, nel 2018, sono state delle spese che il Fisco riconosce come sconti da applicare sulle imposte da pagare, le cosiddette detrazioni.

Ce ne sono di molti tipi legate alla casa.

In particolare, per chi ha contratto un mutuo per l’acquisto della prima casa, mutuo per ristrutturazioni edilizie e per costruire la propria abitazione, è prevista la possibilità di vedere applicato lo sconto fiscale su una parte dell’importo versato alla banca nella rata, i cosiddetti interessi passivi.

In buona sostanza, il Fisco “restituisce” al cittadino-contribuente una parte, più precisamente, il 19% di quanto pagato della voce interessi passivi.

Facciamo un piccolo passo indietro: la rata del mutuo si compone di due parti, una quota il capitale e una quota di interessi, su quest’ultima, al ricorrere di alcune condizioni, è possibile vedere attribuito uno storno su quanto sostenuto.

La detrazione di cui si è detto è pari al 19% dell’importo degli interessi passivi, ma c’è un tetto complessivo di spesa, oltre il quale non si va ed è diverso in relazione alla tipologia ed alla finalità del mutuo contratto.

Ad esempio, l'importo massimo complessivo di spesa su cui applicare la detrazione per gli interessi passivi legati al mutuo prima casa è di 4.000 euro. Pertanto, la detrazione non può̀ essere superiore a 760 euro, pari, appunto, al 19% di 4.000 euro.

Questo tetto massimo di spesa detraibile deve essere suddiviso tra tutti gli intestatari del mutuo e riferito, eventualmente, a più contratti di mutuo stipulati per l'acquisto.

La detrazione d'imposta spetta nell'anno in cui le spese sono state effettivamente sostenute, indipendentemente dalla data di scadenza. Dal 2015, le informazioni, relative alle somme da portare in detrazione sono già in possesso dell’Agenzia delle entrate.

Questo avviene perché le banche hanno l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle entrate gli interessi passivi che vengono versati dai contribuenti e che generano la detrazione. E si possono trovare nel modello 730 precompilato dal Fisco.

Se il contribuente si rivolge a un Centro di assistenza fiscale (Caf) o a un intermediario per farsi compilare la dichiarazione dovrà, però, farsi dare dalla banca la certificazione che attesti il pagamento delle rate, con l’indicazione della voce legata agli interessi passivi.

Ma le possibilità di sconti fiscali legati al mutuo, e più in generale all’acquisto della prima casa, non si fermano qui, ci sono anche quelle legate alle spese per l’istruttoria e il professionista e la ristrutturazione ma di questo parleremo settimana prossima.…

 

6 June 2019 di

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