Il Milleproroghe e i mutui
Il decreto milleproroghe, pur tra molte polemiche, è diventato legge lo scorso 27 febbraio (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/02/28/17G00033/sg), e con esso le disposizioni contenute in materia di edilizia. Diverse scadenze per gli adeguamenti strutturali di edifici ad uso abitativo e ricettivo sono state rimandate alla fine di quest’anno, dando tempo ai proprietari di attivarsi per gli interventi, eventualmente servendosi di finanziamenti da richiedere agli istituti di credito. Mutui.it e Facile.it hanno deciso di sviluppare un breve vademecum per riassumere cosa e come sia cambiato e quali siano le novità che potrebbero avere ripercussioni in ambito casa e mutui.
Tra le disposizioni legate all’edilizia contenute nel decreto Milleproroghe c’è il prolungamento fino al 31 dicembre 2017 del termine per poter richiedere la detrazione del 50% dell’Iva in caso di acquisto di una casa nuova in classe energetica A o B. La detrazione sarà ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Questo si traduce in un maggiore incentivo a concentrare la propria attenzione su abitazioni di nuova costruzione o appena ristrutturate in caso di accensione di un nuovo mutuo, invece che scegliere la propria casa tra immobili più datati ma che possono alla lunga risultare più costosi, non solo perché non oggetto di incentivo ma anche perché penalizzanti dal punto di vista energetico.
Un’altra novità riguarda la proroga, sempre al 31 dicembre 2017, degli incentivi agli interventi di efficientamento energetico di grande entità, non inferiore a 35 mila TEP (tonnellate equivalenti di petrolio, unità di misura dell’energia) all’anno, per quegli interventi il cui periodo di riconoscimento dei certificati bianchi, ovvero i titoli di efficienza energetica che certificano i risparmi energetici realizzati da un edificio. Sebbene sia plausibile che interventi di questa entità interessino edifici di grande dimensione, è opportuno ricordare che potrebbero rientrare tra i lavori finanziabili con un mutuo finalizzato alla ristrutturazione.
Stessa cosa dicasi per l’installazione di impianti per l’energia rinnovabile, che, secondo la legge, dal 1 gennaio 2018 dovrà rappresentare il 50% dei consumi energetici degli edifici costruiti o ristrutturati basandosi su titoli abitativi presentati nel 2017. Fino alla fine di quest’anno, invece, la percentuale minima rappresentata da consumi energetici provenienti da fonti rinnovabili potrà fermarsi al 35%
Per quanto riguarda i possessori di alberghi, hotel e altre strutture ricettive, con oltre 25 posti letto, l’obbligo di adeguare l’immobile alle norme anti incendio in vigore dal 1994 slitta alla fine di quest’anno: c’è quindi tempo fino al 31 dicembre 2017 per ristrutturare gli edifici in questo senso, magari servendosi di un prestito bancario.
Infine, si ricorda che il pagamento di mutui e finanziamenti nelle zone colpite dal sisma del 2016 sarà sospeso fino al 31 dicembre 2017, grazie ad un finanziamento di 32 milioni di euro. È lecito credere, comunque, che come accaduto per le precedenti catastrofi naturali che purtroppo hanno colpito diverse zone d’Italia negli ultimi anni, la sospensione dei pagamenti si riferisca solo alla quota capitale, non agli interessi.
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Commenti
Buonasera, vorrei portare alla vostra attenzione i mutui ex-inpdap. I dipendenti pubblici sono iscritti obbligatoriamente al Fondo credito della Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali. La Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’Inpdap (ente ormai confluito nell’Inps) è un fondo che è stato definito nel 1996 con l’intento di assicurare il finanziamento delle attività con finalità sociale. Questo fondo viene alimentato con delle trattenute in busta paga degli iscritti pari allo 0,35% della busta paga lorda per i dipendenti in servizio e dello 0,15% per tutti i pensionati del settore pubblico. I tassi del mutuo ex-inpdap dovrebbero quindi essere agevolati, sicuramente inferiori a quelli delle banche che hanno lo spread. Da anni ormai sono addirittura superiori, le banche hanno tassi più vantaggiosi. Come è possibile? E come è possibile che nessuno ne parli o protesti
RispondiGentile Susanna, l’iscrizione ad un fondo - o in generale il versamento di una contribuzione a parte – destinato a finalità sociali, è prassi comune a diversi mestieri (perfino ai giornalisti freelance, che poco hanno da spartire a livello contrattuale con i dipendenti pubblici). Credo quindi che le trattenute collegate a questo fine non debbano necessariamente essere conteggiate per avere sconti su altre prestazioni, comunque già agevolate rispetto alla media. Oltre al fatto che, se un ragionamento del genere dovesse essere fatto per i dipendenti pubblici, dovrebbe essere esteso anche alle altre categorie nella stessa situazione. Saluti.
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