Decreto del fare e mutui
26 giu 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Redazione M.
Se a una settimana dal possibile aumento dell’Iva - dal 21% al 22% - il governo non sa ancora dove reperire i 2 miliardi di euro per rimandare almeno a settembre il possibile scatto, la scorsa settimana l’esecutivo è, invece, riuscito a far approvare il ‘Decreto del Fare’.
Si tratta di un provvedimento in 80 articoli che ha stabilito urgenze e priorità di interventi economico su casa, imprese e fisco, alcune delle quali toccano in prima persona i mutuatari. Vediamo, nel dettaglio, le novità rilevanti con le regole per il pagamento delle tasse a rate e le limitazioni ai poteri di Equitalia, la società pubblica (partecipata al 51% dall'Agenzia delle Entrate e al 49% dall'Inps) che ha il compito di riscuotere tributi e contributi non pagati.
In primis, il decreto vieta d’ora in avanti l’esproprio della casa dove si vive, concedendo più tempo e più rate per gli italiani in difficoltà con il pagamento delle rate. Non sarà, infatti, più possibile il pignoramento dell’abitazione principale nel caso in cui l’immobile, purché non di lusso (sono dunque escluse le categorie catastali A/1 A/8 e A/9), sia adibito ad uso abitativo dal debitore che vi risiede anagraficamente e ne rappresenti l’unica proprietà immobiliare. Va sottolineato che in caso di posizione debitoria, l’ipoteca verrà comunque iscritta ma non potrà più essere esercitata. Per le seconde case e per gli altri fabbricati, invece, sale da 20mila a 120mila euro l’importo minimo del debito fiscale oltre al quale Equitalia potrà procedere all’esproprio.
Un beneficio che, se attualmente decade in caso di mancato pagamento di due rate consecutive, con il provvedimento varato consentirà di continuare a pagare a rate, purché non siano stati saltati ben otto pagamenti nel corso dell’intero piano anche non consecutivi.
Ed ancora. Sempre con riferimento a Equitalia, per ridurre il carico per il contribuente sarà eliminato l’aggio dovuto a questa società pubblica. Numeri alla mano, si tratta di una maggiorazione di circa l’8% corrisposta a titolo di compenso per la riscossione. Insomma, si pagheranno solo i costi fissi che servono a coprire le spese delle procedure di incasso.
I contribuenti interessati dalle nuove norme saranno decisamente molti in tutta Italia. Secondo gli ultimi dati resi noti dal Ministero dell’Economia, nei primi 4 mesi del 2013 ci sono stati 733 pignoramenti immobiliari da parte di Equitalia, ma altri 367 sono attesi entro la fine di giugno per un totale di 1.100 procedure in soli 6 mesi, contro i 1.546 di tutto il 2012. Mentre secondo i dati forniti da Equitalia, tra il 2008 e il 2012 le procedure di pagamento rateale sono state concesse su circa 1,9 milioni di cartelle, con una media di quasi 500mila all’anno.
Molte sono, quindi, le novità positive introdotte dal decreto del fare. Ma i mutuatari non devono abbassare la guardia quando si tratta di fare i conti con i prestiti per la casa e con le banche. Meglio, infatti, ricordare che se anche il ritardo del pagamento delle rate non porterà più all’esproprio da parte di Equitalia, gli istituti di credito potranno comunque continuare ad esigere il pignoramento visto che l’articolo 40 del Testo unico bancario stabilisce che “la banca può invocare come causa di risoluzione del contratto il ritardato pagamento quando lo stesso si sia verificato almeno sette volte, anche non consecutive. A tal fine costituisce ritardato pagamento quello effettuato tra il 30° e 180° giorno dalla scadenza della rata”.
26 June 2013 di Patrizia De Rubertis
Giusy
22/11/2024, 13:36:13
mate
22/11/2024, 13:31:01
Patrizia De Rubertis
22/11/2024, 13:30:56
Giovanni
22/11/2024, 13:30:53
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