Conto alla rovescia per l’appuntamento con l’Imu
L’Imu, imposta municipale unica, è calcolata per chi possiede immobili oltre la prima casa. Su quest’ultima non si deve versare. Chi paga l’imposta, dunque, sono i proprietari di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.
L’esenzione per la prima casa non è automatica, è necessario compiere dei passaggi burocratici e essere in possesso di requisiti. Il passaggio burocratico è quello della dichiarazione Imu con cui si trasmette al ministero seguendo date e scadenze dal momento dell’acquisto la qualifica di prima casa. Inoltre è necessario che la prima casa sia realmente tale, cioè quella in cui il contribuente dimora e risiede abitualmente nel corso del periodo di imposta.
Novità per i coniugi
Dopo una sentenza della corte costituzione di cui abbiamo dato notizia anche su questo spazio, è cambiato il regime dell’Imu prima casa per il nucleo familiare. La sentenza ha stabilito che non erano valide le norme rigorose in tema di imu che facevano corrispondere una prima casa per nucleo familiare.
Ora, per beneficiare dell’esenzione, se i coniugi hanno casa in due comuni diversi e vivono in due comuni diversi, è sufficiente che l’immobile sia la sede di dimora e residenza del solo possessore, e non anche del proprio nucleo familiare. La situazione è di favore per i coniugi che potranno risultare residenti in due diverse abitazioni ai fini prima casa e quindi ai fini dell’esenzione dell’imposta, sempre che dimostrino che dove abitano sia la dimora abituale.
Due date da ricordare, 16 giugno e 16 dicembre
La prima è quella dell’acconto dell’imposta si versa cioè una parte del dovuto, il 16 dicembre è il secondo appuntamento che completa il versamento per l’imposta che garantisce alle casse dello stato, secondo le stime di Confedilizia, la confederazione della proprietà edilizia, gettito da 21 mld l’anno.
Dall’appuntamento del 16 giugno lo stato conta di incassare quest’anno circa 10 mld. Un po’ in meno, considerato che i comuni colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana sono esonerati al momento dal pagamento delle imposte tra cui anche l’Imu.
Esenzione per chi ha immobili occupati
Ogni anno c’è una qualche aggiunta normativa di cui tenere conto ai fini del calcolo del versamento. Per il 2023 la legge di bilancio 2023 ha stabilito l’esenzione dal pagamento dell'Imu per i proprietari di immobili occupati che abbiano presentato a tal fine regolare denuncia. La denuncia deve avere determinati requisiti e deve emergere che per l’occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria. La comunicazione deve essere inviata al comune dove si trova l’immobile.
Analogamente, quando cessa il diritto per l'esenzione, il soggetto medesimo deve darne comunicazione.
Esenzioni immobili in comodato
Tra le agevolazioni previste sempre per l’Imu 2023 vi è la riduzione dell'aliquota del 50% in specifici casi indicati dalla norma di riferimento. La base imponibile dell’Imu è ridotta del 50 % per le abitazioni concesse in comodato d'uso ai parenti in linea retta (genitori-figli). Anche in questo caso si devono rispettare dei requisiti: la casa non deve essere accatastata come ville e castelli, concessione in comodato per l’utilizzo di prima abitazione e con contratto di comodato registrato; il comodante (colui che dà la casa gratis al parente) risieda anagraficamente nonché dimori abitualmente nello stesso comune in cui è situato l'immobile concesso in comodato.
Calcolo aliquote 2023
In mancanza di una delibera approvato e pubblicata entro il 28 ottobre dell’anno di riferimento da parte dei comuni sulle aliquote Imu troveranno applicazione le aliquote di base Imu e non quelle in vigore l’anno precedente. Quindi se il comune non ha deliberato nei termini eventuali ritocchi di aliquote si ritrova a incassare quelle base previste da legge.
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