Calano mutui e prestiti
Problemi a comprendere il linguaggio troppo tecnico del prospetto informativo del mutuo? L’Unione Europea viene in aiuto ai cittadini europei, stabilendo, dallo scorso 10 dicembre, quali debbano essere le buone norme secondo cui il documento deve essere scritto per essere ben capito da chi sta sottoscrivendo un contratto, in nome della trasparenza soprattutto sulle condizioni del contratto stesso e sulle conseguenze di eventuali ritardi o mancati pagamenti.
Un problema, quello della trasparenza, che spesso si interpone tra cittadini e istituti di credito minando il reciproco rapporto di fiducia, e che diventa una delle cause per cui chi ha bisogno di un finanziamento spesso rinuncia a chiederlo in banca. Il calo della domanda di mutui in banca è confermato dai dati del Barometro Crif, che tuttavia ha rilevato negli ultimi mesi una ripresa in questo senso. Nel mese di novembre le domande di finanziamenti per l’acquisto di una casa sono risultate il 7,6% in più rispetto allo stesso mese del 2012, dopo il modesto aumento dell’1,2% annuo segnato ad ottobre.
Segnali positivi? Non esattamente se si considera il rovescio della medaglia. Ad una risalita della domanda, dovuta forse ad una maggiore fiducia nella possibilità di acquistare casa ora che i prezzi sono in calo, fa da contraltare l’andamento dell’offerta di mutui, che secondo Assofin, Crif e Prometeia, è ancora negativo nei primi 9 mesi del 2013, quando i mutui erogati sono calati ben dell’8,9% rispetto al periodo gennaio-settembre del 2012. Secondo il bollettino di dicembre dell’Abi, la variazione annua nel mese di novembre sarebbe addirittura del -4% contro un -3,7% di ottobre e il -3,9% di settembre. L’erogazione degli “altri mutui”, ovvero quelli stipulati non per l’acquisto ma per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surrogae sostituzione, è calata del 3,8%. Eppure i tassi restano bassi: a novembre, secondo ABI, il tasso medio per i mutui abitativi è stato del 3,57% (contro il 5,72% del 2007), mentre il tasso medio sul totale dei prestiti si attesta intorno al 3,80%, contro il 6,18% del 2007.
Questo andamento rivela che il ciclo dell’offerta è in ritardo di circa due mesi su quello della domanda soprattutto alla luce – e non è una novità - della sfiducia perdurante nella situazione economica attuale, che ha portato le banche a stringere i cordoni della borsa anche per quanto riguarda il credito al consumo in generale. Tale parametro, per il barometro Assofin, Crif e Prometeia, è calato del 5,6% nei primi nove mesi del 2013.
Nessuna crescita del mercato dei mutui è quindi da aspettarsi all’inizio del 2014. L’anno prossimo una ripresa comunque ci sarà, ma sarà modesta: secondo l’osservatorio, i nuovi finanziamenti per l’acquisto di immobili dovrebbero tornare a crescere l’anno prossimo, anche se di un modesto 0,5%. Sarà nel 2015 che si comincerà a vedere una ripresa più netta, che potrà superare il 2% grazie – sperabilmente – al ritorno alla crescita economica nel Paese e alla diversificazione dell’offerta di mutui da parte degli istituti bancari. In aumento tuttavia anche la rischiosità: secondo lo studio con un tasso di sofferenza in aumento al 4,2% nel 2015 contro il 3,2% di fine 2012. In ottobre, secondo il bollettino ABI, tale dato si è attestato a 77,4 miliardi per le sofferenze nette, a 147,3 miliardi per le lorde. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato del 4,18% in ottobre (contro il 4,03% a settembre 2013, il 3,15% ad ottobre 2012 e lo 0,86%, prima dell’inizio della crisi.
16 December 2013 di Floriana LiuniAltre news
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