Nuove regole per il Libor
A più di quattro anni dall’inizio della peggiore crisi economica dei tempi moderni, a finire sotto la lente della giustizia non sono solo i mutui subprime, quelli erogati agli americani con pochissima garanzia di rimborso delle rate. Lo scandalo ha travolto anche il Libor (London Interbank offered rate), l’omologo inglese dell’Euribor, un valore che tanto bene conoscono i mutuatari alle prese con la restituzione dei prestiti per la casa a tasso variabile.
Il Libor è il tasso interbancario che indica la media dei tassi di interesse praticati da un campione di banche (16 per la precisione) quando si prestano i soldi tra di loro. Un valore che si calcola tutti i giorni a Londra entro le ore 11 e che viene espresso in dieci valute differenti come la sterlina, il dollaro o il franco svizzero.
Ma ora, dopo che pochi mesi fa la Barclays ha versato 453 milioni di dollari alle autorità americane e britanniche per chiudere un procedimento basato sull’accusa di aver manipolato dal 2005 al 2009 le quotazioni degli indici Libor a proprio vantaggio, arrivano interessanti novità in merito a questo affaire in cui risultano coinvolti i più importanti istituti bancari mondiali.
Da quel patteggiamento, infatti, la British Banking Association (l’associazione delle banche britanniche) - che da 26 anni ha la responsabilità di fissare il tasso interbancario sul mercato britannico - ha annunciato di farsi da parte e lasciare così la supervisione su questo meccanismo di determinazione del tasso. Una decisione su cui, quasi certamente, ha influito l’annuncio della Financial Services Authority (cioè la Consob inglese) di voler introdurre una più rigida regolamentazione del sistema che impedirà in futuro alle banche di operare scorrettamente sul Libor per trarne benefici.
Nell’aria c’è, quindi, una rivoluzione che ben presto cambierà il futuro dei tassi a tutto vantaggio (si spera) dei milioni di cittadini che ne subiscono passivamente e inconsapevolmente le conseguenze. Va, infatti, ricordato che innalzando il Libor anche di qualche centesimo si smuove un giro d’affari impressionante visto che sono legati al tasso inglese più di 800mila miliardi di dollari tra titoli, prestiti a tasso variabile e derivati. I mutuatari italiani non saranno, comunque, coinvolti in queste novità perché nel BelPaese - come detto - si utilizza l’Euribor come indice di riferimento per il calcolo dei finanziamento a tasso variabile.
In attesa di scoprire come e quanto questa revisione garantirà una metodologia di calcolo trasparente e a prova di conflitto di interesse, vediamo nel dettaglio cosa prevede la riforma, così come si legge nel documento pubblicato sul sito Internet della Financial Services.
La Consob inglese spiega che d’ora in avanti diverrà un reato penale abusare del tasso. La supervisione e la governance del Libor, tolta alla British Banking Association, viene affidata alla Fsa. E ancora. La semplificazione del calcolo passa attraverso l’eliminazione di diverse valute poco utilizzate sulle 10 in totale. Nello specifico ci sarà un anno di tempo per tagliare le divise di Australia, Canada, Nuova Zelanda, Danimarca e Svezia. Abolite anche numerose scadenze relative al Libor: dalle attuali 150 si dovrà arrivare a una ventina. A saltare saranno quelle a quattro, cinque, sette, otto, dieci e undici mesi.
Chiare anche le modalità con cui la Fsa controllerà il Libor: saranno nominate persone, anche interne alle banche, di assoluta fiducia e a rischio di sanzione penale in caso di comportamenti scorretti. Sarà, inoltre, un comitato a trasformare queste linee guida in regole di legge, mentre un codice di comportamento (ancora da scrivere) indicherà alle banche come comportarsi in caso di sottoscrizione delle quote utilizzate nel calcolo dell’indice.
Infine, a chi utilizza il Libor verrà richiesto di valutare l’utilizzo di altri indici, come l’Euribor.
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