Nuova proroga per la sospensione
Dopo la tempesta esce sempre l’arcobaleno. O almeno è così secondo la meteorologia. Nel mondo dei mutui le cose vanno, invece, un po’ diversamente visto che lo tsunami economico-finanziario che si è abbattuto su questo comparto non sembra cessare.
I numeri meglio delle parole. Secondo la Banca d’Italia, nel quarto trimestre 2012 “le politiche di offerta dei mutui alle famiglie hanno registrato un moderato irrigidimento che ha riflesso il peggioramento delle prospettive sull’attività economica e del mercato immobiliare”. In altre parole, le banche, chiudendo il rubinetto del credito, hanno infranto il sogno degli italiani di comperare casa e, di conseguenza, hanno scatenato anche la crisi del mattone. Il credit crunch ha, infatti, innescato un effetto domino senza precedenti.
Non c’è, quindi, da stupirsi se - come emerge dal Rapporto Italia 2013 firmato dall’Eurispes - il 53,5% degli italiani afferma di non essere più in grado di sostenere adeguatamente il proprio nucleo familiare con quasi i due terzi dei lavoratori che affermano che l’attuale occupazione non permette loro di sostenere spese importanti quali l’accensione di un prestito per la casa.
Anche perché i mutuatari più fortunati che sono comunque riusciti a coronare il sogno di una vita, devono poi fare i conti salati con la crisi. Basti pensare che - secondo Adusbef e Federconsumatori - le spese per la casa di proprietà (luce, acqua, gas, immondizia, ecc…) aumenteranno ancora di più nell’anno in corso del 4%. In particolare, per un appartamento medio si sborseranno 1.164 euro al mese, un aumento di 50 euro in un solo anno.
E poi ci sono le altre difficoltà che stanno affrontando le famiglie italiane alle prese con la crisi come la perdita del posto di lavoro o la cassa integrazione. Eventi imprevisti che impediscono ovviamente di onorare le rate del mutuo.
Ma almeno in questo caso ad andare incontro ai mutuatari è l’accordo dell’associazione bancaria italiana e di tredici associazioni dei consumatori per prorogare per la quinta volta il “Piano Famiglie” per la sospensione delle rate per un periodo massimo di 12 mesi. Il termine di presentazione delle domande è, quindi, slittato al 31 marzo.
La moratoria - avviata dal 2009 - ha riscosso successo: ha visto la sospensione di 84.995 mutui, pari a circa 9,8 miliardi di debito residuo, garantendo una liquidità complessiva di 606 milioni di euro, con una media annua per famiglia di 7.130 euro. Inoltre dai dati Bankitalia emerge che il 75% dei mutuatari che hanno usufruito dell’agevolazione, al termine della sospensione è riuscito a rispettare mensilmente il debito stipulato con la banca.
L’Abi ha comunque fatto sapere che questa proroga sarà l’ultima. Si tratta, infatti, di una misura momentanea in attesa che entri in funzione il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa, introdotto nel 2008 ma bloccato dalla riforma Fornero che ha ridefinito le regole per accedervi, restringendo il campo dei possibili beneficiari.
Questo Fondo peraltro è un’agevolazione più vantaggiosa per il consumatore. Chi ne farà richiesta potrà, infatti, sospendere la rata del mutuo per 18 mesi, anziché 12, e le quote degli interessi relative saranno corrisposte direttamente dallo Stato.
Fino ad allora valgono, invece, queste condizioni: la moratoria si applica ai prestiti a tasso fisso, variabile e misto con un importo non superiore ai 150mila euro, mentre il mutuatario non deve dichiarare un reddito Isee superiore ai 40mila euro annui. I finanziamenti sono quelli destinati all’acquisto, alla costruzione o alla ristrutturazione dell’abitazione principale e garantiti da ipoteca su immobili residenziali. Sono inclusi anche i mutui cartolarizzati, rinegoziati, oggetto di operazioni di portabilità e accollati.
Tecnicamente la banca può disporre di due modalità di stop dei pagamenti: quella sull’intera rata (quota capitale e quota interessi) oppure sulla sola quota capitale. Per quanto riguarda, invece, il calcolo degli interessi, in caso di sospensione della sola quota capitale la quota degli interessi contrattuali pattuiti viene rimborsata alle scadenze originarie previste dal contratto, mentre in caso di sospensione dell’ammortamento per quota interessi e quota capitale la quota degli interessi maturati a fine piano sarà calcolata con un tasso di interesse non superiore al tasso contrattuale.
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