Conviene un variabile con cap?
Una data resterà nella mente dei mutuatari: il 9 ottobre 2008, quando l’Euribor toccò quota 5,39%. Quel giorno l’indice sui prestiti interbancari europei da cui dipende l’importo delle rate del prestito per la casa a tasso variabile - vale a dire quello sottoscritto dalla stragrande maggioranza degli italiani - raggiunse il massimo storico a causa della crisi finanziaria scatenata dallo scandalo dei mutui subprime.
I numeri più delle parole: con l’Euribor a tre mesi ad oltre il cinque percento, la rata di un mutuo da 200.000 euro a 30 anni (con uno spread dell’1%!) raggiunse un picco di 1.250 euro al mese, contro un importo che - sulla base della media storica di allora e cioè intorno al 3% - avrebbe dovuto arrivare a 964 euro.
Brutti, bruttissimi ricordi che portarono migliaia di famiglie sul lastrico perché impossibilitate a sostenere un onere così elevato e soprattutto in un modo così improvviso. La storia poi è nota. La politica ha attuato dei piani operativi di sospensione del pagamento dei bollettini per facilitare i mutuatari, mentre le banche hanno messo sul mercato un nuovo prodotto in grado di impedire il ripetersi di questa situazione: il mutuo con cap.
In particolare, si tratta di un prestito variabile con un tetto che blocca l’aumento del tasso d’interesse. La rata varia, infatti, in base all’Euribor ma il tasso non può superare un livello prestabilito che nella maggior parte delle offerte bancarie ammonta a oltre il 6%.
Un prodotto che in breve tempo ha raggiunto il consenso di una platea molto vasta. Il vantaggio è evidente: porta i benefici del tasso variabile e la sicurezza di sapere che non si pagherà mai un valore di rata superiore a un tetto massimo stabilito.
Questo perché nel caso le rate del mutuo salissero oltre la soglia fissata a causa di un’impennata dell’Euribor, la differenza eventuale va a carico dell’intermediario finanziario che ha erogato il prestito. Insomma, molto utile e rassicurante. Ma certamente non è un aiuto che le banche concedono gratis.
Il cap ha, infatti, un costo ben preciso: uno spread più alto dello 0,3%-0,4% rispetto a un mutuo a tasso variabile. La sua efficacia va, quindi, valutata soprattutto in base al costo finale. Solamente simulando l’andamento delle rate in uno scenario di tassi crescenti, questo tipo di mutuo risulta conveniente.
Ma oggi con l’Euribor al minimo storico dello 0,18% vale ancora la pena sottoscriverlo? La risposta è no. La politica monetaria europea è chiara e segue una direzione precisa. La Banca centrale europea deve tenere sotto controllo uno scenario economico molto fragile. E per farlo può solamente agire sul costo del denaro. Tanto che anche la scorsa settimana l’Eurotower ha lasciato invariato allo 0,75% il tasso di riferimento. Un valore che intende mantenere così basso per tutto il 2013.
Così, anche se le banche continuano a offrire mutui con uno spread tra il 3% e il 4%, sommando questa percentuale al valore dell’Euribor a tre mesi non si arriverà nel breve periodo a superare il tetto. Quindi, chi in questi mesi sottoscrivesse un prestito con il cap correrebbe il serio rischio di pagare un variabile a condizioni molto care, non sfruttando mai la protezione che concede.
Ricordando comunque che per troppi il mutuo resta ancora off-limits. Basti pensare che secondo l’Istat nel secondo trimestre 2012 i prestiti per la casa hanno segnato una flessione del 41,2%. Mentre secondo i dati diffusi da Assofin Crif e Prometeia nei primi nove mesi del 2012 il calo sfiora addirittura il 50%.
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Commenti
: Inizio con un sentito "grazie" per la serie di articoli con cui fornisce un ricco ventaglio di spunti di riflessione... (la leggo silenziosamente da molti mesi) leggendo questo articolo sul tanto amato e altrettanto odiato CAP le chiedo: in merito all'affermazione "vale ancora la pena sottoscriverlo? La risposta è no" e relativa motivazione fornita, non crede che stipulando mutuo con spread prossimi al 4% il rischio di trovarsi un tasso finito in futuro prossimo al 7% (usando un euribor al SOLO 3%) sia plausibile? non parlo di un futuro prossimo... ma di un futuro generico non del tutto escludibile nell'arco di 20-30 anni (a meno di scenari degni dell'economia apocalittica più fantasiosa). Dopotutto stiamo ipotizzando un euribor assestato sui valori di media storica... in tal caso, un eventuale CAP al 6% non costituirebbe una solida certezza? Sarei interessato a conoscere la sua opinione in merito. Grazie in anticipo. slow.
RispondiQuando si decide di stipulare un mutuo a tasso variabile si deve essere consapevoli di non dormire sonni tranquilli per la durata complessiva del prestito visto che, in media, si tratta di oltre quindici anni.Lo scopo principale nel breve termine è, invece, risparmiare il più possibile rispetto al tranquillo ma caro fisso. Ecco perché con questa congiuntura economica e le previsioni che indicano tassi bassi per il prossimo anno e mezzo non conviene il mutuo con il cap.
RispondiBuongiorno, ho stipulato un mutuo bancario per artigiani, come prima casa di 200.000 a 30 anni 3%. La mia prima rata è stata di € 1163,97 del 31/03/2007 fino al 30/06/2007 successivamente le rate aumentano di € 1222,68 fino al 31/12/2007 poi ri aumentano di € 1278,11 fino a 30/06/2008 poi ri aumentano di nuovo di € 1313,77 fino a 31/12/2008 poi abbassano di € 1249,28 fino al 30/06/2009 e poi incominciano ad abbassare ma è tutto regolare o la banca a commesso un errore? Nell'attesa di una risposta vi porgo i miei cordiali saluti.
RispondiGentile Oreste, purtroppo dal momento che non si conoscono le condizioni del mutuo (tasso, spread, ammortamento) non si può rispondere.
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