Turismo e nuove regole: affitti brevi in calo
7 feb 2025 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Le nuove regole sugli affitti brevi e la debolezza della domanda proveniente dal centro-nord Europa stanno pesando sugli affitti brevi. Basandosi su un’analisi delle visite dei turisti sui portali online, nel 2025 l’Aigab (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi) si attende un calo del 9-10%. Lo ha affermato Marco Celani, presidente dell’associazione, alla testata specializzata Pambianco Hotellerie.
L’impatto delle nuove regole
Dopo le restrizioni introdotte in alcune città, negli ultimi mesi è maturata una normativa pensata per regolamentare gli affitti brevi su base nazionale. Tra le altre cose, ogni alloggio deve dotarsi di un Codice Identificativo Nazionale (Cin), da esporre sia fisicamente che negli annunci online, e di requisiti di sicurezza più solidi.
L’obiettivo è quello di gestire in modo più equilibrato il mercato, che in diverse città ha alterato le compravendite immobiliari: si acquista per investire in affitti brevi, con il risultato di gonfiare i prezzi, condizionare i mutui e svuotare le zone turistiche.
Secondo l’Aigab, l’aumento dei costi di gestione, il rischio di multe salate e le normative più stringenti starebbero rappresentando un forte disincentivo. Ci sarebbe una riduzione degli annunci disponibili online, con i proprietari che in alcuni casi preferiscono optare per contratti a lungo termine e in altri lasciano gli appartamenti vuoti piuttosto che renderli a norma e affittarli.
I turisti europei guardano altrove
Il calo del settore non dipende però solo dalle nuove regole. Il mercato turistico sta rallentando, soprattutto per effetto di flussi minori provenienti dal centro-nord Europa, in particolare da parte dei turisti tedeschi, che rappresentano una bella fetta delle prenotazioni italiane (circa il 13%).
Di norma, i tedeschi sono turisti previdenti: è loro consuetudine prenotare già a gennaio le vacanze estive. A giudicare dagli indizi di inizio anno, la domanda sembra essere debole. Secondo l’Aigab potrebbe voler dire che stanno ritardando le prenotazioni. Oppure, nell’ipotesi peggiore, che stanno preferendo altre destinazioni, più vicine ed economiche, come i laghi in Germania, Svizzera, Croazia o Danimarca.
Si spera però in un colpo di coda. Se il meteo fosse clemente, potrebbe favorire l’Italia, con la possibilità che le prenotazioni tardive si traducano in prezzi medi più alti (e quindi in incassi sostanziosi anche a fronte di meno presenze).
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