Nonostante il calo e rilancio del settore mutui casa, i tassi che vigono in Italia rimangono fra i più cari d'Europa

Pubblicato il 6 August 2015

Uno dei tasti dolenti quando si parla di mutui casa è quello dei tassi d'interesse. Un argomento che sembrava, o poteva essere, un punto di forza, volendo provare a far ripartire il mercato residenziale italiano da tempo fermo al palo, e che invece rimanda a una realtà ben diversa, solo a fare un confronto con l'Europa. Come ha fatto la Cgia di Mestre che, su dati della Bce, ha comparato i tassi d'interesse per l'acquisto di un'abitazione nei paesi dell'area Euro, dimostrando che il gap dell'Italia si sta riducendo ma è ancora ben presente e saldo. Perché se è vero che nel mese di giugno i tassi sui prestiti concessi dalle banche di casa nostra per finanziare l'acquisto della casa sono scesi, in media, al 2,2% rendendo di fatto, come ha ribadito l'Abi, i finanziamenti più abbordabili rispetto solo che a tre anni fa (quando i tassi erano in media a quota 3,7%, scesi al 3,4% nel 2013 e al 3% nel 2014), è anche vero che, se guardiamo all'Eurozona a 19 paesi, i nostri tassi sono ancora tra i più cari. In media, nell'Eurozona, i tassi stazionano al 2% rendendo dunque i mutui italiani tra i più cari dell'area. Peggio di noi sono messi, tra gli altri, i portoghesi (2,28% di tassi), i Paesi Bassi (2,52%), il Belgio (2,71%) la Slovacchia (3,11%), e l'Irlanda (3,38%) ma molto meglio di noi se la sfangano la Finlandia (tassi all'1,33%), la Francia (1,95%), la Spagna (1,98%), la Germania (2,11%) e perfino l'Estonia (2,18%). Tutto questo senza contare le enormi difficoltà con cui gli istituti di credito italiani erogano credito a famiglie e imprese, malgrado il famigerato piano di quantitative easing inaugurato dalla Bce ad aprile per tutta Eurolandia.

Il caro-tassi nostrano viene fatto notare dallo studio della Cgia di Mestre, che compara i tassi tra i vari paesi dell'Eurozona, allargando l'analisi all'andamento dell'erogato necessario per acquistare una casa prestato dalle banche gli istituti di credito. E anche qui le note sono dolenti per l'Italia. Dallo studio, infatti, emerge che, nell'area euro, dal 2011 al 2015, l’incremento della voce “mutui erogati dalle banche” è stato del 2,6%: in Italia, invece, questo dato è rimasto stazionario e negativo, stabile al -0,7%. In termini monetari, al 30 giugno di quest'anno, lo stock erogato dagli istituti di credito italiani è stato pari a 359 miliardi di euro, decisamente meno rispetto a quanto avvenuto in Olanda (401,9 miliardi di euro di erogato), in Spagna (565,8 miliardi), in Francia (875,8 miliardi) e in Germania (1.061,3 miliardi di euro).

“Anche se i tassi sono in calo, gli effetti positivi di questa tendenza verranno avvertiti probabilmente solo verso fine anno. La situazione nel mercato delle nuove abitazioni resta difficile, con pesanti ricadute sul comparto dell’edilizia”, spiega Paolo Zabeo, di Cgia. 

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.

All'inizio negli anni '90 si è occupato di cronaca su La Repubblica lavorando al contempo come giornalista in alcune televisioni libere liguri. A Milano è stato redattore capo di Italia-iNvest.com, primo sito italiano specializzato in economia. Ha lavorato al sito “Lettera finanziaria” di Giuseppe Turani. Sulla carta stampata ha lavorato con Affari & Finanza ed è stato caporedattore di Finanza e Mercati. Attualmente lavora a MF-Milano Finanza.

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