Tutti pazzi per gli spread
5 dic 2011 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Pubblicato il 5 December 2011
La Banca Centrale Europea pochi giorni fa ha abbassato il tasso di riferimento dello 0,25%. A questo punto, in maniera più che legittima, tutti si augurano che gli ormai tragicamente famosi spread rallentino un po' la corsa e, di conseguenza, che anche i mutui facciano altrettanto. Anche perché i tassi europei, cioè l'Euribor e l'Irs, quelli che concorrono a formare il tasso finale del mutuo, in questo momento volano basso e quindi, almeno in teoria, potrebbero compensare i ricarichi (troppo spesso fuori controllo) praticati dalle banche.
Potrebbero, ma non lo fanno, e infatti oggi in Italia lo spread applicato a un mutuo a tasso variabile è fissato al 2,5%, su un mutuo a tasso fisso è al 2,6%: i mutui non hanno mai viaggiato così in alto da quando c'è l'euro. Intendiamoci: quanto a spread l'Italia in questo momento è messa male ma non è che gli altri siano messi tanto meglio, anzi c'è chi sta peggio. Il Portogallo, per esempio, parte da 300-350 punti base e i tassi variabili rasentano il 5% (e sì che l'Euribor è ai minimi). L'Irlanda ha offerte che si possono definire incoraggianti anche se gli spread della terra di Joyce superano tranquillamente i 200 punti base. Stessa musica nel Regno Unito: la Banca d'Inghilterra pratica un tasso di sconto dello 0,5% (nell'Eurozona è all'1,25%) mentre i tassi variabili partono dal 2,9%. In Spagna lo spread viaggia sotto l'1% ma i mutui sono agganciati all'Euribor a un anno il quale viaggia al 2%, cioè 80 punti base in più rispetto a quello a un mese offerto di frequente in Italia. In Germania esistono tassi fissi molto competitivi, al di sotto del 4%, come quelli di HypoVereinsbank (gruppo UniCredit) che in Italia invece applica spread superiori al 3% e tassi finali che possono andare oltre il 6%. In Francia Bnp Paribas è molto competitiva rispetto all'Italia nell'offerta del tasso variabile (ma il nostro Paese in questo momento è tra i meno cari sul tasso fisso).
Che i tassi, e i mutui di conseguenza, siano impazziti in giro per l'Europa se ne sono accorti tutti. Da noi Adiconsum ha recentemente fatto notare che la tempesta sui debiti sovrani di alcuni Stati ha causato sconquassi su tutto il mercato interbancario: gli spread praticati sui finanziamenti ipotecari, spiega l'associazione in difesa dei consumatori, sono passati in poche settimane dall'1% a più del 3%. La riduzione nel costo del denaro, insomma, non ha portato vantaggi a chi sta per stipulare un mutuo. Non solo: sempre Adiconsum spiega che al 31 gennaio 2012, cioè alla fine della moratoria per i mutui sulla prima casa, parecchie famiglie rischiano di essere insolventi non appena le rate saranno riattivate, proprio perché la crisi rischia di inasprirsi ancora. Per evitare un ulteriore sfacelo alle famiglie italiane, Adiconsum chiede che vengano approntate una serie di misure di protezione e una serie di agevolazioni per accedere al mutuo casa, estendibili anche alle giovani coppie. Anche l'Isvap si è schierato dalla parte dei consumatori. Lo ha fatto in un incontro con le altre associazioni (Adoc, Adiconsum, Assoutenti, Altroconsumo, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Lega Consumatori) avente ad oggetto la questione riguardante le polizze assicurative abbinate a mutui bancari e ai finanziamenti (polizze non obbligatorie), i problemi connessi al livello elevato delle commissioni praticate dalle banche e alla trasparenza dei prodotti. Isvap, ha convenuto che i livelli provvisionali attuali “sono abnormi e sono troppo penalizzanti per i consumatori”, stabilendo che è “urgente mettere in atto tutte le misure necessarie a determinare le condizioni per la loro riduzione significativa”. In quest'ottica tutte le associazioni hanno appoggiato la norma di prossima emanazione da parte dell'Isvap che prevede il divieto esteso alle banche di assumere allo stesso tempo il ruolo di erogatore del mutuo, di distributore e di beneficiario delle polizze connesse, “nel presupposto – dice l'Isvap - che le banche si trovino nell'oggettiva situazione di conflitto d'interesse”.
di Franco Canevesio
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