Passi avanti per la direttiva “Case green”: cosa cambia
30 nov 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Più libertà d’azione ai Paesi membri
L’edilizia è responsabile del 36% del consumo di energia e del 39% delle emissioni globali di Co2. Bastano questi due dati, tratti da uno studio della Global alliance for buildings and construction, per capire quanto abitazioni e uffici siano decisivi per ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente e sul clima. L’Unione europea sta lavorando per fare un deciso passo avanti, con la cosiddetta direttiva “Case green”, arrivata proprio in questi giorni a uno snodo cruciale.
Il cammino della direttiva
Il primo passo deciso è arrivato lo scorso marzo, quando il Parlamento europeo ha approvato un provvedimento che ha dato il via alle trattative. Da quel momento è iniziato un confronto tra deputati, Consiglio e Commissione Ue per discutere l’impianto e i dettagli della direttiva.
L’iter, un po’ a rilento, è andato avanti fino al 12 ottobre, quando un lungo incontro ha sciolto alcuni punti e rimandato a un nuovo summit, forse l’ultimo, il 7 dicembre. Tra modifiche e ritocchi, sembra che la direttiva abbia in parte cambiato direzione. Vediamo come.
Cosa prevede
In una prima bozza, la direttiva prevedeva due date e due obiettivi molto netti, validi per tutti gli Stati membri: sarebbe stato obbligatorio raggiungere la classe energetica E nel 2030 e la D entro il 2033.
La nuova versione sembra invece dare più tempo e libertà d’azione. Fissa un obiettivo: emissioni zero dal comparto edilizio entro il 2050. Ma lascia ai singoli Paesi la possibilità di scegliere come raggiungerlo.
I punti in sospeso
L’appuntamento del 7 dicembre sarà importante perché definirà i traguardi intermedi. L’Ue dovrebbe fissare, a partire dal 2030 e ogni cinque anni, degli obiettivi chiari in termini di riduzione delle emissioni. Gli Stati non potranno fare leva solo sulle nuove costruzioni, che nasceranno con classe energetica superiore. La direttiva dovrebbe prevedere che almeno il 55% della riduzione del consumo derivi dal “rinnovo degli edifici più energivori”.
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