La situazione dei tassi sui mutui

Pubblicato il 18 September 2015

Il record si è raggiunto ad agosto ma i tassi sul denaro restano ancora bassi. E così è logico aspettarsi un boom di mutui, soprattutto di mutui prima casa, più facili da ottenere allo sportello delle banche e più convenienti. Secondo l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, nei primi sei mesi del 2015 sono stati concessi dagli istituti nuovi finanziamenti ipotecari per oltre 20,8 miliardi di euro, in rialzo del 67,2% rispetto ai primi sei mesi dell'anno passato. Una percentuale clamorosa, che va un po' ridimensionata considerando il peso delle surroghe mutui, quelli che passano da una banca all’altra (e che vengono considerati, dal punto di vista statistico, nuovi mutui) e la domanda di finanziamenti da parte di chi non ha bisogno di un mutuo prima casa, quindi strettamente necessario, ma richiede un mutuo liquidità, un finanziamento cioè non destinato strettamente ad acquistare l'appartamento. L'esempio tipico è il professionista o l'imprenditore che compra una casa da mezzo milione di euro ma chiede un mutuo da 100mila euro, in modo da avere a disposizione  una certa liquidità da tenere lì per le emergenze oppure da destinare all’attività imprenditoriale, finanziata a tassi irrisori rispetto a quelli applicati sui prestiti personali.

Tassi ai minimi. Perché, come si vede, i tassi veleggiano da mesi ai minimi storici: l’Euribor, cioè il tasso interbancario che indicizza i finanziamenti variabili, è addirittura in territorio negativo: questo significa chei prodotti migliori costano tra l’1,5 e il 2%. L’Eurirs, il parametro adottato dalla maggior parte delle banche per determinare il prezzo dei mutui a tasso fisso, dopo un breve rialzo dovuto ai fatti della Grecia è tornato a livelli assolutamente competitivi, all'1,6% sia a 20 che a 30 anni.

Dov'è il trucco? Il problema c'è ma non si vede: queste condizioni, infatti, non valgono proprio per tutti coloro che richiedono un mutuo. Gli spread più bassi, infatti, sono riservati a coloro che  comprano casa con un forte apporto di capitali propri, nell'ordine del 50%. Chi, invece, acquista casa chiedendo un mutuo che copra tra il 70% e l’80% delle necessità, vede salire lo spread e vede diventare più stringenti i rimanenti requisiti necessari a ottenere il mutuo, soprattutto il rapporto tra la rata e il reddito dimostrabile e la sicurezza che questo reddito continui a essere percepito a lungo. A questo punto serve un contratto a tempo indeterminato (anche col jobs act, almeno così asseriscono le banche) firmato da un’azienda che venga giudicata solida. A volte, poi, vengono richieste garanzie supplementari, come, ad esempio, la disponibilità dei parenti al subentro nel pagamento delle rate, qualorsa si appalesino situazioni di difficoltà.  

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.

All'inizio negli anni '90 si è occupato di cronaca su La Repubblica lavorando al contempo come giornalista in alcune televisioni libere liguri. A Milano è stato redattore capo di Italia-iNvest.com, primo sito italiano specializzato in economia. Ha lavorato al sito “Lettera finanziaria” di Giuseppe Turani. Sulla carta stampata ha lavorato con Affari & Finanza ed è stato caporedattore di Finanza e Mercati. Attualmente lavora a MF-Milano Finanza.

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