Mutui: famiglie attente a non fare il passo più lungo della gamba
22 giu 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
Calano le richieste di mutui
L’incertezza generata dall’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse spinge le famiglie italiane verso comportamenti più prudenti nella richiesta di finanziamenti.
Prevale la cautela sul mercato del credito: mentre dal lato della domanda la richiesta di mutui prima casa appare in calo, dal lato dell’offerta le banche adottano criteri più stringenti per l’erogazione delle somme richieste. Si riduce l’importo medio erogato, mentre tornano a aumentare le richieste di surroga del mutuo. A rivelarlo è la 54^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.
Surroghe in crescita
Dopo due anni di crescita sostenuta, i mutui immobiliari per l’acquisto di abitazioni nel 2022 hanno registrato un calo contenuto pari al 2,3%. Tale tendenza è proseguita e si è persino accentuata nel primo trimestre 2023 come attesta un calo del 34,7%.
A determinare il crollo è stato il progressivo aumento dei tassi di riferimento, per effetto della politica monetaria della Bce, e l’incertezza sul mercato immobiliare che ha influito sulle decisioni d’acquisto e ristrutturazione degli immobili e, di conseguenza, sulle richieste di finanziamento. Con l’aumento dei tassi di interesse tornano a crescere però i volumi relativi alle surroghe, sempre più gettonate dalle famiglie al fine di ridurre gli oneri della rata dei mutui stipulati a tasso variabile. I dati mensili più recenti relativi a marzo e aprile 2023 evidenziano già una ripresa a doppia rispetto allo stesso periodo del 2022.
Rischio sotto controllo
Nel corso del 2022 secondo l’Osservatorio, si sarebbero consolidate alcune tendenze emerse durante la pandemia, tra cui una maggiore propensione a ricercare finanziamenti su misura per l’acquisto della casa o per la ristrutturazione anche sui canali digitali. Se da un lato quindi, cresce l’importanza dei canali diretti, d’altra si riduce la quota di finanziamenti distribuita attraverso gli sportelli bancari.
Per quanto riguarda la rischiosità dei finanziamenti erogati, i dati degli ultimi mesi del 2022 e il primo trimestre 2023 confermano la buona qualità del credito, in particolare dei mutui ipotecari. A sostenere tale andamento hanno contribuito, come si legge nell’Osservatorio, “sia il comportamento virtuoso da parte delle famiglie sia l’ampia diffusione delle forme a tasso fisso, nonché gli interventi attuati dal Governo a supporto del reddito delle famiglie in un contesto di inflazione elevata (+11,6% a dicembre 2022 e +7,6% a giugno 2023)”.
Le prospettive per il prossimo anno
Purtroppo la perdita di potere d’acquisto per effetto dell’inflazione e dei tassi di interesse più elevati, sta causando un calo delle decisioni di investimento da parte delle famiglie, in particolare quelle con reddito medio più basso. Ma, nonostante il rallentamento già in atto, i mutui prima casa dovrebbero essere ancora supportati da alcuni incentivi governativi ( che dovrebbe consentire alle erogazioni di tornare a crescere nel 2024).
L’esposizione delle famiglie “al rischio tasso” dovrebbe essere limitata per effetto sia della prevalenza dei mutui a tasso fisso, sia dalle misure di sostegno contenute nella Legge di bilancio 2023, seppure limitate rispetto agli anni precedenti. Come sottolinea l’Osservatorio, la situazione appare sotto controllo: “Anche gli attenti criteri di offerta degli ultimi anni e la domanda delle famiglie più prudente, manterranno i tassi di default su valori inferiori alle passate crisi economiche, limitati anche da un livello di indebitamento delle famiglie che rimane basso (circa il 60% nel triennio di previsione), soprattutto se paragonato al resto d’Europa (94% nel 2022)”.
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