Mutui e compravendite, calo continuo
13 dic 2011 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Questa crisi sta minando alla radice una serie di certezze che sembravano ormai consolidate, come, ad esempio, la tradizionale fiducia degli italiani nel mattone. Gli ultimi dati Istat evidenziano infatti un crollo dei mutui: le cifre complessive tornano tragicamente ai livelli dei primi mesi del 2009, un anno dopo l'inizio della crisi, quando si era registrato il calo netto degli investimenti.
Attualmente i numeri più evidenti di questo ulteriore stato di crisi giungono dai contratti conclusi presso studi notarili che, nel secondo trimestre 2011, sono stati 193.474 – in calo dell'8,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato – e, quel che è peggio, con un dato in continua discesa da quattro trimestri consecutivi. La colpa, sostiene l'Istat, va suddivisa tra l'innalzamento dei tassi Euribor e la stretta del credito bancario attuata introducendo criteri più rigidi nel concedere i mutui.
Più in dettaglio, cala del 5,3% il numero dei mutui con ipoteca, cioè dei prestiti richiesti dalle famiglie al momento dell’acquisto, mentre crollano del 12,3% i mutui senza ipoteca, tipologia sottoscritta soprattutto da aziende. Le uniche realtà italiane in controtendenza, secondo l'Istat, sono le isole, dove cresce il numero dei mutui, in aumento del 23,3%: in particolare crescono del 29,9% quelli senza ipoteca, del 19,3% quelli con ipoteca.
Sempre nel secondo trimestre 2011 sono diminuite le compravendite immobiliari, scese del 3,2%. A risentire di più di questo calo sono state case e locali collegati tipo cantine, posti auto e le soffitte. Anche per ciò che riguarda le compravendite il calo riguarda un po' tutte le regioni italiane a eccezione delle isole: qui le compravendite a uso residenziale invece che scendere aumentano (del 7,6%) mentre quelle a uso economico mostrano un picco del +18,7%. Nelle grandi città il numero dei mutui stipulati per immobili a uso abitativo scende anche se in misura più contenuta (-1,8%) rispetto al calo registrato negli altri centri (-4,1%) mentre diminuiscono di più nelle città metropolitane (-6%) che non negli altri centri le compravendite a uso economico.
di Franco Canevesio
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