Modello 730: chi ha pagato in contanti non ha diritto alle detrazioni
15 apr 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
La Consulta Nazionale CAF ne chiede il rinvio
Anche se la stagione del modello 730/2021 entrerà nel vivo a partire dal mese di maggio, quando l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione la dichiarazione precompilata, già fin d’ora tuttavia occorre tener conto di alcune novità indispensabili per raccogliere correttamente la documentazione necessaria.
In vista della partenza della campagna dichiarativa, infatti, molti contribuenti stanno scoprendo di non poter richiedere le detrazioni fiscali Irpef con il modello 730/2021 per le spese pagate in contanti.
Il comma 679 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2020 (legge 160 del 2019), ha infatti introdotto, a partire dal 1° gennaio dello scorso anno, l’obbligo di utilizzare un metodo di pagamento tracciabile per ottenere il diritto alla detrazione per tutti gli oneri per i quali è prevista la deduzione del 19%.
Ma tale situazione rischia di creare disagi non solo per il contribuenti, ma anche per gli stessi Centri di assistenza fiscale che devono apporre il visto di conformità sulle dichiarazioni dei redditi.
Per questo motivo, la Consulta Nazionale CAF, con una lettera inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco ha chiesto una deroga, solo per il 2020, all’obbligo dei pagamenti tracciabili come condizione per avere diritto alla detrazione del 19%.
L’appello della Consulta Nazionale dei CAF
Come spiega Giovanni Angileri, Coordinatore della Consulta Nazionale dei CAF in una nota ufficiale, “molte persone anche a causa della insufficiente pubblicità data a questo obbligo, ne ignoravano l’esistenzae hanno continuato a fare pagamenti in contanti per tutte le spese interessate.
Si tratta soprattutto di contribuenti appartenenti alle fasce più deboli del Paese, che per ragioni anagrafiche e culturali sono meno abituate all’utilizzo della moneta elettronica. Privare queste persone della possibilità di sfruttare la detrazione sarebbe davvero ingiusto, soprattutto in questo momento storico di grande difficoltà economica dovuta alla pandemia”.
Nel concreto la Consulta Nazionale dei Centri di assistenza fiscale propone una modifica che preveda due misure: la deroga per il solo 2020 dell’obbligo dei pagamenti tracciati e l’inserimento della dicitura da parte di chi eroga il servizio, nella propria fattura o ricevuta, che tale importo è detraibile solo con pagamenti tracciati.
Le spese che rischiano di restare fuori dal 730
Fermo restando quindi la detraibilità di alcune spese che per loro natura sono già tracciabili, come nel caso di tutte le spese collegate al mutuo e agli interessi passivi corrisposti nel 2020, che solitamente avvengono utilizzando il conto corrente dell’intestatario del mutuo stesso, vi è un lungo elenco di spese che rischiano di non poter essere portate in detrazione nel modello 730/2021 perché sostenute attraverso un pagamento in contanti.
Tra queste ad esempio vi sono:affitto studenti fuori sede; abbonamento mezzi pubblici; prestazioni sanitarie effettuate presso strutture private non accreditate; spese sportive per i ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni; spese scolastiche e universitarie; spese veterinarie; spese per l’assistenza personale di soggetti non autosufficienti; e spese funebri.
Nonostante l’obbligo di utilizzare un metodo di pagamento tracciabile per ottenere il diritto alla detrazione rappresenti una delle strategie più efficaci per stimolare i contribuenti ad “abbandonare il contante”, la richiesta della Consulta Nazionale solleva il tema dello scarsa conoscenza da parte dei contribuenti di questa nuova misura e della mancata attuazione di una campagna di informazioni su vasta scala di questa importante novità.
Ma per quanto il problema sia esteso, ora la palla passa al ministero dell’Economia la cui adesione alle richieste avanzate dalla Consulta dei CAF non è affatto scontata.
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