Cambiano le regole per la gestione e la convivenza nei condomini italiani
Pubblicato il 31 December 2014
Non ci sono soltanto le novità che riguardano i mutui, nel variegato mondo dell'immobiliare italiano. O meglio, inseguito e ottenuto il tanto agognato finanziamento per l'acquisto della casa, è bene sapere a cosa si va incontro a livello di regolamento condominiale. Perché il 2015 si porta dietro una vera e propria rivoluzione nelle norme che regolamentano l'attività condominiale: in sostanza, sta per cambiare profondamente la vita negli edifici in cui convivono oltre 30 milioni di italiani. Dopo circa settant'anni dalla prima disciplina varata in materia, oggi viene rivisitato dal decreto Destinazione Italia il testo che è entrato in vigore nel 2013. In sostanza, viene modificata in maniera profonda la figura dell'amministratore, che diventa obbligatorio quando nel palazzo convivono più di otto condomini: resta in carica due anni, salvo rinnovo, non deve avere precedenti penali per reati contro il patrimonio né deve risultare protestato. Deve invece possedere il diploma di scuola media superiore e deve avere frequentato uno specifico corso di formazione, a meno che non svolga la professione da più di un anno.
L'assemblea. Per ciò che riguarda l’assemblea, cambiano invece i quorum necessari per la validità delle delibere: 50% più uno dei condomini e due terzi dei millesimi, per la costituzione in prima convocazione; un terzo dei condomini e un terzo dei millesimi per la costituzione in seconda convocazione, cioè per la convocazione effettiva; 50% più uno dei partecipanti e un terzo dei millesimi per le delibere in seconda convocazione.
Il quorum. Vengono inoltre stabiliti criteri restrittivi circa il possibile utilizzo della delega: nel caso in cui i condomini siano più di venti, ciascun partecipante all'assemblea non potrà fare le veci di oltre un quinto dei condomini e di un quinto dei millesimi. Se invece il condominio è composto da oltre undici unità immobiliari, potrà nominare un consiglio di condominio composto da tre membri con funzioni sia consultive che di controllo sull'operato dell'amministratore.
Impianti tv. Novità in tema di impianti televisivi: ogni condomino, infatti, ha la facoltà d'installare un suo impianto di ricezione radiotelevisiva, anche a scapito del deturpamento della facciata. Per quanto concerne gli interventi straordinari, è necessario il voto del 50% più uno dell’assemblea e di due terzi dei millesimi per approvare ogni innovazione riguardante sicurezza, barriere architettoniche, salubrità, risparmio energetico, parcheggio, antenne e impianti centralizzati.
Parti comuni. Viene ampliata la definizione di “parti comuni”, locuzione che ora comprende le antenne, gli impianti telematici e i sottotetti che abbiano caratteristiche strutturali o funzionali comuni. Per modificarne la destinazione d'uso occorre il voto dell'80% dei partecipanti all'assemblea e dell'80% dei millesimi. Sulle parti comuni possono venire installati i pannelli solari, anche se questi serviranno ad alimentare singole unità immobiliari: in questo caso, non è necessaria l'autorizzazione dell'assemblea, la quale ha però la facoltà d'imporre dei vincoli architettonici, approvati, questi ultimi, con maggioranza dei due terzi dei millesimi.
Riscaldamento e animali. Ciascun condomino può staccarsi dall’impianto centralizzato del riscaldamento casomai vi fossero problemi tecnici legati all’impianto, non risolvibili entro dodici mesi. Infine, si prevedono novità anche per quanto riguarda gli animali: con la riforma del condominio, infatti, è vietato impedire, tramite il regolamento condominiale, la presenza di animali domestici nel condominio.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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