Immobili: identikit del tipico proprietario
7 gen 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Per lo più uomini con un'età compresa tra i 35 e i 65 anni
Pubblicato il 7 January 2020
Uomini, dipendenti o pensionati, con un'eta compresa tra i 35 e i 65 anni e con un reddito medio annuo di poco superiore ai 25 mila euro: è l'identikit del tipico proprietario che viene fuori dal rapporto “Gli immobili in Italia 2019” dell'Agenzia delle Entrate.
I dati, che si riferiscono al 2016, mostrano alcune oscillazioni tra sud, centro e nord, ma resta comunque una certa omogeneità, grazie anche alla possibilità di richiedere mutui a tassi vantaggiosi. Ad esempio (e non è una sorpresa) in tutte le aree geografiche il reddito medio di chi possiede un immobile è supereriore a quello di chi non ne ha: la media di tutti i contribuenti italiani è di 20.656 euro, mentre quella dei proprietari arriva a 24.299 euro annui (con un incremento del 2,5% rispetto all'ultima rilevazione, datata 2014). In particolare, sottolinea l'Agenzia delle Entrate, il reddito complessivo annuo dei contribuenti proprietari è maggiore del 18,5% rispetto a quello della totalità dei contribuenti nell’Italia centrale. Seguono il Meridione e le Isole (+18,2%). Nell'Italia settentrionale la differenza si assottiglia al 16,3%.
Guardando i dati sui redditi più in profondità, il rapporto nota che la stragrande maggioranza dei proprietari (il 94%) ha un reddito inferiore ai 55 mila euro. Uno su quattro resta sotto i 10 mila euro e quasi uno su due dichiara tra i 10 e i 26 mila euro l'anno. Il 51% circa dei proprietari di abitazioni risiede al Nord, il 23% al Centro e il 26% al Sud e nelle Isole. In tutte le macro-aree i proprietari sono per la maggior parte lavoratori dipendenti e pensionati (per l'82% del totale), una maggioranza che concentra nelle proprie mani il 75% del valore degli immobili. Resta invece una ristretta minoranza chi dichiara come reddito prevalente quello da fabbricati: è un gruppo che vale il 6% dei proprietari, ma possiedono immobili pari al 12% del valore aggregato di mercato. Vuol dire, in sostanza, che – pure essendo pochi – detengono immobili di maggior pregio o in numero maggiore rispetto a pensionati e (soprattutto) dipendenti. L'Agenzia delle Entrate, infatti, nota che "i percettori di pensione hanno abitazioni di valore mediamente più elevato dei lavoratori dipendenti".
Le donne proprietarie di abitazioni sono circa 800 mila in meno degli uomini (12,1 milioni contro 12,9), ma aumentano a ritmo superiore. In due anni hanno guadagnato 100 mila unità. Anche gli uomini proprietari sono aumentati, ma solo di 18 mila unità. Se le donne sono una minoranza, lo sono ancor di più gli under 35: appena il 6% dei proprietari ha un’età inferiore. Molto più alta è la quota dei 35-65enni (56%) e degli over 65 (38%) che posseggono un immobile.
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