Direttiva case green: a quando il recepimento in Italia?
Si va a gennaio 2026
Pubblicato il 29 May 2024
È stata approvata dal parlamento europeo e dall'Ecofin ed è entrata in vigore il 28 maggio, venti giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Parliamo della direttiva europea sulle case green di cui ci si chiede quando sia previsto il recepimento in Italia. Un passo importante non solo dal punto di vista del patrimonio imnmobiliare di casa nostra ma anche, soprattutto diremmo, del riflesso che potrà avere sul settore dei mutui.
Quando recepirà la direttiva l'Italia?
Partiamo dal disegno di legge di delegazione europea per il 2024, esaminato nel Consiglio dei ministri di venerdì 24 maggio: esso, di fatto, stabilisce che i principi della Epbd, ossia della Energy performance of buildings directive, la direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, vengano integrati nel nostro sistema di norme.
Ebbene tanto per cominciare, per recepire la direttiva delle case green, gli Stati membri hanno tempo 24 mesi. Nel caso dell'Italia, il governo dovrà adottare il decreto legislativo almeno 4 mesi prima del termine di recepimento indicato nella direttiva, che è il 29 maggio 2026: di conseguenza, la direttiva dovrà essere attivata entro gennaio 2026.
Emissioni zero entro il 2050
Per tutto il 2025, dunque, l’Italia dovrà lavorare in modo da predisporre il piano di rinnovamento degli edifici: un piano che dovrà avere come obiettivo le emissioni zero entro il 2050, prevedendo passaggi obbligatori stabiliti dalla direttiva. Il piano di ristrutturazione, poi, dovrà essere approvato entro il 2026.
Le previsioni del provvedimento
Per quanto riguarda gli edifici residenziali non di nuova costruzione, gli Stati membri dell'Ue dovranno adottare misure atte a garantire la riduzione di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035 dell’energia primaria media utilizzata. Ancora: dal 2030 i nuovi edifici residenziali dovranno essere a zero emissioni.
Per quanto concerne gli edifici non residenziali, gli Stati membri dovranno ristrutturare entro il 2030 il 16% degli immobili con le peggiori prestazioni e entro il 2033 il 26% di essi, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica da rispettare per tutto il settore dell’edilizia. Dal 2028, invece, dovranno essere a zero emissioni.
Rinnovamento degli edifici: 55% di risparmio energetico
Secondo l’Energy performance of buildings directive, almeno il 55% dei risparmi energetici deve essere realizzato tramite il rinnovamento degli edifici meno performanti. Proprio su questo aspetto si è aperto il dibattito sui costi: secondo le ultime stime di Deloitte, infatti, il conto sarebbe salato, compreso tra 800 e 1.000 miliardi di euro, se si vuole ridurre di almeno il 20% i consumi di energia entro il 2035.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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