Il teg, questo sconosciuto

Pubblicato il 25 July 2014

Quando ci si appresta a un passo importante come quello del mutuo casa, bisogna iniziare a informarsi e destreggiarsi nella giungla di sigle e formule che caratterizzano questo tipo di finanziamenti. Oggi vediamo insieme cosa è il teg. Il tasso effettivo globale, fornisce parecchi elementi utili a verificare se le condizioni del costo di un'operazione finanziaria (tra spese, interessi e altri oneri) praticato dalle banche o da altri intermediari finanziari, presentino carattere usurario. Attenzione però, perché è acclarato ormai che in tema di mutui, i tribunali non si pronunciano in maniera omogenea sul calcolo effettivo del costo di un finanziamento. Nel calcolo dell’usura su un finanziamento, c’è quasi sempre confusione sul teg che deve essere preso in considerazione: alcuni sostengono sia necessario fare riferimento al teg come tasso effettivo globale su base annua, calcolato in riferimento alla formula di matematica finanziaria, altri invece, usano il teg di Bankitalia, cioè il tasso che la nostra banca centrale richiede di comunicare alle banche e che serve a calcolare il tegm, cioè il tasso effettivo globale medio.

Vediamo la differenza fra i due teg, quello di Bankitalia e quello su base annua. Il primo è il tasso che Banca d'Italia chiede alle banche e che viene calcolato secondo la formula che viene indicata nelle istruzioni che la banca centrale comunica per la rilevazione del tegm. Questo teg, dunque, non si trova all'interno dei contratti: per questo la formula con cui è calcolato non serve per ricalcolare il teg di un rapporto singolo, ma serve soltanto per la rilevazione statistica del tegm. Al contrario, il teg su base annua è il costo effettivo di ogni apertura di credito: è calcolato ex post con le formule usuali di matematica finanziaria. Il teg su base annua va tenuto distinto sia dal teg di Bankitalia che dall’isc, l'indicatore sintetico di costo che riguarda direttamente i mutui, e dal taeg, che riguarda il credito al consumo, entrambi questi ultimi stipulati ex ante e pubblicizzati al solo fine di trasparenza. Per completezza d'informazione, riportiamo il tegm, il tasso effettivo globale medio, che non viene indicato nel contratto: si tratta di un tasso medio rilevato statisticamente dalla Banca d'Italia diretto agli intermediari che lo calcolano seguendo le formule indicate nelle istruzioni prodotte dalla stessa Bankitalia.

A proposito del teg, la domanda che viene posta con maggiore frequenza è, se per il calcolo del costo effettivo di un prestito si dovranno applicare le istruzioni della Banca d’Italia oppure no. E la risposta non è così semplice, visto che a volte i tribunali si sono pronunciati a favore dei consumatori, mentre altre sono andati in aiuto delle banche. Il Tribunale di Milano, per esempio, con una recente sentenza (la 723/14) ha respinto la domanda di tasso d'usura riferito a un'apertura di credito. Il tribunale ha sottolineato che la formula da usare per verificare l’usurarietà di un singolo rapporto è quella indicata nelle istruzioni di Bankitalia col teg Bankitalia usato per rilevare il tegm. Secondo il giudice, questo sarebbe imposto dalla necessità di confrontare due dati omogenei quali sono teg e soglia d’usura calcolata, quest'ultima, proprio a partire dal tegm. La pronuncia del tribunale milanese è in contrasto con l’orientamento della Corte d’Appello di Milano che, con la sua sentenza 3283/13, ha chiarito che le istruzioni della Banca d'Italia non costituiscono fonti normative e nemmeno vincolano il giudice. Le pronunce dei giudici di merito che hanno dato ragione alla clientela si sono moltiplicate dopo alcune sentenze della Corte di Cassazione che hanno stabilito la non applicazione, nel calcolo del costo complessivo di un rapporto bancario, delle istruzioni della Banca d'Italia. Fondamentale, in questo senso, la sentenza della Corte d’Appello di Torino datata 20 dicembre 2013 che ha distinto due piani: un conto, sostengono i giudici piemontesi, è calcolare il teg, cioè il costo di un singolo rapporto, un altro senso è rilevare il tegm, cioè la soglia d’usura.

Solo per questo calcolo le istruzioni della Banca d'Italia risultano vincolanti per le banche: non lo sono, invece, per il giudice, se questi deve determinare il costo di un singolo rapporto bancario.

Sembra, dunque, che per quanto concerne il valore delle istruzioni della Banca d'Italia, molti tribunali confondono tra momento della rilevazione statistica del tegm fatta dalla banca centrale italiana e calcolo del costo di un singolo finanziamento a opera di un magistrato. Detto in soldoni, la formula matematica che è contenuta nelle istruzioni del teg di Bankitalia avrebbe solo valenza statistica, non indicando, proprio per come questa formula è costruita, il costo reale del denaro che, secondo gli esperti, può essere individuato solo con normali formule di matematica finanziaria, cioè con il teg, che tengono conto anche dell’aumento del costo che è connesso all’anatocismo.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.

All'inizio negli anni '90 si è occupato di cronaca su La Repubblica lavorando al contempo come giornalista in alcune televisioni libere liguri. A Milano è stato redattore capo di Italia-iNvest.com, primo sito italiano specializzato in economia. Ha lavorato al sito “Lettera finanziaria” di Giuseppe Turani. Sulla carta stampata ha lavorato con Affari & Finanza ed è stato caporedattore di Finanza e Mercati. Attualmente lavora a MF-Milano Finanza.

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