Compravendite: stabile la domanda di case, ma l’offerta scende
7 dic 2023 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.
I trilocali sono i più ricercati
Pubblicato il 7 December 2023
Nonostante i tassi siano saliti, e quindi i mutui prima casa siano diventati più cari, una quota di famiglie italiane, per quanto alle prese con una serie di difficoltà, non è disposta ad accantonare il progetto di acquistare la propria abitazione. A “sentire il polso del mercato”, è l’indagine Le tendenze in atto nella ricerca della casa a cura dell’Ufficio Studi Gabetti a cui hanno preso parte circa 200 agenzie affiliate.
Secondo la rilevazione condotta da Gabetti interpellando la rete, per il 61% del campioni gli acquirenti tipo sono famiglie, per il 29% giovani coppie, mentre solo per il 10% sono single. Secondo gli affiliati intervistati, la domanda di abitazione è stabile per il 41% e soltanto il 18% risponde essere in aumento. L’offerta di abitazioni, invece, risulta in diminuzione per il 43% del campione.
Per il 90% del panel gli acquisti di immobili residenziali ha riguardato la prima casa: tra questi per il 67% l’ha acquistata per la prima volta e per il 23% per sostituzione, mentre per l’8% come seconda casa per uso personale e per il 2% a fine di investimento.
I motivi che spingono ad acquistare una casa
A spingere verso l’acquisto è nella maggior parte dei casi la necessità di avere un vano in più: per il 78% del campione è questa la ragione principale per la sostituzione dell’abitazione e può essere dovuta sia a un ampliamento della famiglia (un nuovo componente), sia all’esigenza di uno spazio per lavorare in smart working. Segue, per il 63%, il bisogno di avere uno spazio esterno, giardino/terrazzo che, dopo le restrizioni della pandemia, sembra essere diventata una caratteristica molto richiesta. Terza, per ordine di priorità, la vicinanza ai servizi principali (per il 23%).
Secondo il 21% dei rispondenti, gli acquirenti hanno la necessità di disporre di un posto auto/box. Resta invece stabile al 15% l’idea di avere un immobile appartenente a una classe energetica più elevata.
Più della metà degli affiliati sostiene che l’acquisto di abitazione si è orientato verso la tipologia di immobile “appartamenti in contesti condominiali” (79%). Per l’11% gli acquirenti hanno preferito una casa unifamiliare indipendente, per il 4% una villa indipendente e per il 3% una soluzione bifamiliare.
Classe energetica: un fattore da valutare nell’acquisto, ma non decisivo
A livello di taglio, gli immobili più ricercati sono stati i trilocali (per il 66% del campione) in crescita dell’8%, seguiti dai quadrilocali (per il 25%), a conferma di quanto i tagli con un vano in più siano sempre più richiesti. Il report evidenzia una lieve preferenza per gli immobili da riqualificare (per il 45%) rispetto a quelli già riqualificati (per il 44%), mentre solo per l’11% del campione ha optato per un immobile di nuova costruzione.
La survey ha affrontato anche il tema delle classi energetiche per misurare il livello di consapevolezza e di percezione degli “aspiranti” acquirenti. Il 15% ha dichiarato che, tra i motivi che hanno spinto gli acquirenti a sostituire la prima abitazione, vi è l’ottenimento di una classe energetica più elevata. Il 35% degli affiliati ha inoltre risposto che le famiglie hanno una buona consapevolezza dei benefici di una classe energetica più elevata. Nel dettaglio il 25% sostiene che le famiglie lo fanno per un risparmio energetico a livello di spese e il 10% per ottenere un aumento del valore dell’immobile.
Per un’altra buona fetta degli affiliati (pari al 33%) le famiglie non considerano invece l’efficienza energetica un elemento determinante per l’acquisto di un immobile e per il 31% gli acquirenti hanno poca consapevolezza sull’argomento.
Compravendite: i fattori che possono ostacolare la ripresa
Il 64% dei rispondenti all’indagine ha dichiarato che l’aumento dei tassi ha causato una frenata da parte dei potenziali acquirenti nell’acquisto di abitazioni. I fattori di rischio che preoccupano maggiormente riguardano soprattutto un possibile ulteriore rialzo dei tassi dei mutui (85%). Un timore causato non tanto dall’attuale livello, ma dall’aumento repentino che ha visto balzare in un anno il tasso di interesse Bce dallo 0,5% al 4,5%.
Altri fattori percepiti come rischiosi per l’andamento delle compravendite riguardano l’aumento dell’inflazione (37%), seguiti dall’aumento dei costi dei materiali edili per le nuove costruzioni e ristrutturazioni (36%), dalla diminuzione dell’offerta degli immobili (27%) e dall’aumento del costo dell’energia (6%).
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