Codici e sicurezza: nuovi obblighi per gli affitti brevi
15 dic 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
L'obiettivo è ridurre la disparità con le strutture alberghiere
La rotta della maggioranza – con il supporto di molti sindaci – è tracciata da tempo: servono normative nazionali per regolamentare gli affitti brevi. Dopo l’aliquota della cedolare secca, che per il secondo immobile concesso alle locazioni di pochi giorni passa dal 21 al 26%, sono arrivate altre novità in un emendamento alla legge di conversione del decreto Anticipi.
Codice identificativo e multe
Alcune regioni hanno già un obbligo di esporre un codice che identifica l’immobile. L’emendamento conferma il varo di un Codice identificativo nazionale (Cin) da esporre tassativamente sia in casa che negli annunci sulle piattaforme online. Si tratta di un obbligo che vale anche per le strutture alberghiere ma è chiaro che punta soprattutto a normare le abitazioni private.
Il provvedimento ufficializza l’entità delle sanzioni: oltre alla rimozione dell’annuncio, chi non ha il Cin rischia multe dagli 800 agli 8.000 euro. La cifra varia in base alle dimensioni dell’immobile. Verrà punito anche chi, pur avendo il codice, non lo espone. In questo caso la multa va dai 500 ai 5.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
Obblighi di sicurezza
Se il Cin era ampiamente previsto, la vera novità dell’emendamento è costituita dall’introduzione di nuovi obblighi di sicurezza. Anche gli immobili offerti in affitti per brevi periodi dovranno essere dotati di dispositivi per rilevare gas e monossido di carbonio. E dovranno avere estintori portatili: uno ogni 200 metri quadri e almeno uno per ciascun piano, in posizioni “accessibili e visibili”.
Gli obiettivi
L’obiettivo è duplice: da una parte si tenta di ridurre la disparità tra strutture alberghiere (sottoposte a maggiori vincoli) e affitti brevi; dall’altra si punta a riequilibrare il mercato immobiliare. Soprattutto nelle città a vocazione turistica, infatti, l’appeal degli immobili da destinare agli affitti brevi condiziona i prezzi, rendendo sempre più complicati acquisti e mutui da parte delle famiglie e svuotando i centri storici.
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