Banche: cosa c’entra la tassa sugli extraprofitti con i mutui
28 ago 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Tassa extraprofitti banche
Il governo Meloni ha varato un balzello sugli extraprofitti delle banche. Che cos’è? Negli ultimi anni, visti gli aumenti consistenti dei tassi, gli istituti di credito hanno guadagnato di più. L’esecutivo ha deciso così di tassarli. Ma, come spesso succede, la finanza è un domino: quali potrebbero essere gli effetti della norma sui mutui?
Banche e tassi d’interesse
Facciamo un piccolo passo indietro. Le banche guadagnano sui margini, cioè sulla differenza tra i tassi a cui prendono e quelli a cui concedono denaro in prestito. Negli ultimi anni, questi margini si sono ampliati. L’esecutivo ha quindi definito un prelievo, che scatta se il margine di interesse registrato nel 2022 eccede di almeno il 3% il valore del 2021 e il 6% nel 2023 rispetto al 2022.
Il governo stima di incassare tra i due e i tre miliardi, che verrebbero utilizzati per ridurre le tasse e supportare le richieste di mutui sulla prima casa. C’è però anche la possibilità che la misura generi un effetto lontano dalle intenzioni iniziali. In che modo? Le banche potrebbero scaricare (indirettamente) la tassa sui nuovi mutuatari. In sostanza: aumenteranno i tassi offerti ai propri clienti per recuperare quanto versato al Fisco.
I possibili effetti sui mutui
Per tentare di ammortizzare questo rischio, la norma prevede un tetto: il contributo da extraprofitti non potrà superare lo 0,1% del totale dell’attivo della banca. In pratica, quindi, sarebbe coinvolta una quota molto piccola del bilancio, proporzionata alle dimensioni dell’istituto. Si tratta, però, pur sempre di una tassa in più. Il Corriere della Sera ha stimato che il costo dei prestiti alle imprese e dei nuovi mutui potrebbe aumentare dello 0,5%.
Si parla di pochi decimali di punto, che però pesano in un quadro già al limite: secondo un’analisi di Facile.it, oggi un mutuo medio a tasso variabile stipulato nel gennaio 2022 costa 2.300 euro in più. E a luglio 2024 la maggiorazione dovrebbe arrivare a 5.300 euro.
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