Scontro tra Abi e Codacons sulla sospensione dei mutui
Pubblicato il 9 November 2010
L’Abi ha recentemente pubblicato i dati sulle sospensioni dei mutui avvenute negli ultimi mesi, rilevando che in soli 9 mesi sono più di 31.000 le famiglie che hanno fatto richiesta alla propria Banca e ottenuto l’approvazione alla sospensione delle rate, per un valore economico stimato intorno ai 4 miliardi di euro. Nonostante il dato più che positivo, le polemiche dal Codacons non hanno tardato ad arrivare: secondo l’associazione per la tutela dei consumatori, i nuclei familiari che necessitano di un aiuto da parte degli istituti di credito sono molti di più, al di sopra delle 500.000 unità, mettendo sotto la lente d’ingrandimento il problema delle richieste respinte.
Il Codacons ha voluto sottolineare quanto le previsioni iniziali dell'Associazione Bancaria Italiana fossero sovrastimate, le famiglie che avrebbero potuto beneficiare della sospensione delle rate dovevano essere 130.000, addirittura più di quattro volte tanto. Inoltre Il Codacons ha voluto anche spostare l’attenzione su un altro aspetto: le condizioni troppo restrittive richieste dalle banche per presentare la domanda.
Secondo l’associazione dei consumatori sarebbero davvero tante le domande non presentate solo perché per la Banca, fin dall'inizio, non c'erano i requisiti.
L’Abi si difende e ricorda come le sospensioni siano state applicate a 30.868 contratti e di come il provvedimento abbia concesso una disponibilità di liquidità in più, pari a 207 milioni, che valutato per ogni nucleo familiare rappresenta una media di 6.300 euro per far fronte alla crisi. Inoltre l’Abi ha comunicato che la modalità di sospensione più frequente è stata applicata, nell’88% dei casi, all’intera rata.
Ma qual è stata la causa principale che ha spinto i consumatori a chiedere la sospensione?
I dati confermano che il motivo principale è la cessazione del rapporto di lavoro subordinato, sia per i mutuatari in ritardo con i pagamenti delle rate sia per i clienti senza ritardo.
Dal punto di vista geografico, il maggior numero di domande approvate si registra al Nord con il 53,1%, segue il Centro con il 25,7% delle sospensioni e infine Sud e Isole con il 21,2%. I mutuatari che non hanno ancora fatto domanda, potranno farlo fino al Il termine massimo fissato per il 31 gennaio del 2011. La richiesta può essere presentata solo all’istituto bancario che ha concesso il contratto di mutuo prima casa. Alla Banca il diritto di non accettare la domanda se non persistono i requisiti necessari.
Per ora il Codacons continua la sua campagna di difesa dei consumatori e chiama in causa anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze Tremonti, al quale chiede di rivedere il Decreto Legge n. 132, del 21 giugno 2010, n. 132, un altro regolamento che secondo l’associazione penalizzerebbe i mutuatari italiani. Anche in questo caso, al pari del Piano famiglie dell'Abi, i limiti sono troppo restrittivi: dal mutuo non superiore a 250 mila euro, cosa che esclude chi acquista in grandi città, all'ISEE che deve essere non superiore a 30 mila euro.
la Redazione
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Il profilo dell'autore
Cristina Fumo <strong>Cristina Fumo</strong>, milanese, si è laureata in Relazioni Pubbliche e Pubblicità presso l’Università di Lingue e Comunicazione IULM. Inizia la sua esperienza lavorativa in agenzia di comunicazione e si occupa di brand importanti, tra cui eBay Italia.
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