2011 nero per i mutui
Pubblicato il 16 February 2012
Frena in Italia tutto il mercato dei mutui, stimato in flessione del 19% nel 2011. Dato decisamente preoccupante se raffrontato a quello del 2010 (+1%) e, ancor di più, a quello del 2009 (+7%). L'andamento generale emerge dall’analisi della domanda di mutui elaborata da Eurisc-Crif, sistema di informazioni creditizie che raccoglie i dati inerenti a più di 78 milioni di posizioni creditizie.
Analizzando il mercato dei mutui mese per mese, solo a febbraio 2011 i dati sono stati sufficientemente accettabili: per il resto, secondo il Crif, le rilevazioni hanno messo in mostra ogni mese dati sempre più negativi fino ad arrivare al -46% di novembre e al -41 della chiusura di dicembre. Uno dei motivi principali della flessione dei mutui, oltre allo stop o quasi nella stipulazione di nuovi finanziamenti (sempre più difficili da ottenere vista la stretta bancaria), è il fatto che l'anno scorso hanno cessato di essere praticate in maniera significativa sia le sostituzioni che le surroghe. Secondo il direttore generale del Credit bureau services Crif, Enrico Lodi, la dinamica negativa nell'andamento dei mutui è influenzata dal fatto che “nel 2011 le sostituzioni e le surroghe hanno finito di essere praticate significativamente rispetto al 2010 quando avevano sostenuto il mercato dei mutui fornendo alle famiglie la possibilità di rivedere ma anche di rinegoziare piani d'investimento e condizioni del prestito”. Ciò non toglie, dice Lodi, “che il prudente atteggiamento delle famiglie messo in campo in questa fase di incertezza pesante non è stato scalfito né dal mantenimento dei bassi tassi d'interesse rispetto al momento pre-crisi né dalla fase di stallo del mercato immobiliare né dalla stagnazione dei prezzi, fattore che potrebbe rendere appetibile l'acquisto della casa anche come investimento finanziario.
In questo senso basta ricordare che in Italia i prezzi delle abitazioni sono scesi, rispetto al 2007, in media del 10%. A rendere ancora più difficile la situazione ci si è messo l'innalzamento degli spread causato dalla mancanza di liquidità delle banche: un aumento che rende decisamente meno convenienti tutte le operazioni di rifinanziamento che comportano il cambio del mutuo e per ottenere le quali le banche si dimostrano ancora più stringenti per quanto concerne i metodi di selezione. In questo momento e rispetto all'inizio del 2012, un mutuo medio si ottiene con uno spread maggiorato dell'1,5% sia sull’Euribor, per i mutui a tasso variabile, che sull’Eurirs per quelli a tasso fisso. Tradotto questo significa che le banche attualmente applicano il 3% di spread mentre a inizio 2011 chiedevano l’1,5%. Tassi che si discostano nettamente da quello della Bce, tornato all’1%, lo stesso valore di gennaio 2011.
di Franco Canevesio
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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