Mutuo (variabile) ma quanto mi costi?
Un rientro dalle vacanze traumatico per chi ha un mutuo. La BCE ha alzato il costo del denaro, rate più alte fino al 35%. E la corsa non pare fermarsi. Ecco cosa succede per chi ha un mutuo in corso.
Il costo del denaro più caro
La decisione era attesa ma le prospettive delineate hanno forse fatto più male del previsto. La BCE, banca centrale europea, ha firmato, con decorrenza dal 14 settembre, il rialzo del costo del denaro dello 0,75%. È il secondo aumento da luglio e, come annunciato dalla stessa BCE, non sarà l’ultimo.
Per contenere l’inflazione, che ad agosto, in area euro, ha toccato il record del 9,1%, la BCE è andata giù con un contrattacco pesante, mettendo in conto la scelta di avviare l’area euro verso la recessione. Gli esperti temono (ma si intuisce dalla stessa nota della BCE) che i rialzi si susseguiranno fino ad agosto 2023 portando il costo del denaro al 2%.
Cosa vuol dire? Che chi ha in essere un finanziamento per l’acquisto della casa deve fare i conti con spese aggiuntive di rate più care. In particolare, chi si accinge a siglare un nuovo contratto deve valutare bene e forse un po’ rischiare se accettare la scommessa-rischio del tasso variabile o proteggersi con il tasso fisso che ancora non risente di questi rialzi sebbene parta più caro. O proteggersi, in parte, con il mutuo variabile con cap un tetto ai rialzi futuri della BCE.
La simulazione di Facile.it
Facile.it, subito dopo l’annuncio della BCE, ha proposto una simulazione che aiuta a comprendere di cosa stiamo parlando, stimando un aumento delle rate dei mutui variabili degli italiani, con rincari fino a 45 euro al mese per un finanziamento medio.
Per l’analisi Facile.it ha preso in esame un mutuo a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022, simulando come è cambiata la rata nei primi 9 mesi del 2022 e come potrebbe ulteriormente salire in futuro ipotizzando che l’Euribor (l’indice di riferimento per i mutui variabili) salga di 0,75%.
Il tasso (Tan) di partenza sottoscritto a gennaio e usato nell’analisi è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. Se nella prima parte del 2022 le rate sono cresciute leggermente (da gennaio a giugno il rincaro è stato di soli 13 euro), dopo il primo aumento dei tassi da parte della BCE (+0,50% a luglio) gli indici dei mutui hanno iniziato a salire con più consistenza e, a settembre 2022, la rata è arrivata a circa 515 euro.
Se l’Euribor dovesse salire in maniera analoga ai tassi della BCE (+0,75%), la rata potrebbe arrivare, nei prossimi mesi, a 560 euro, vale a dire 45 euro in più al mese rispetto ad oggi e addirittura 104 euro in più rispetto alla rata di partenza di gennaio 2022.
Chi ci perde
«Per quantificare la reale portata degli aumenti è necessario aspettare di vedere quale sarà l’impatto delle decisioni della BCE sull’Euribor; va ricordato che questo indice tende a muoversi insieme ai tassi della Banca centrale, ma non è detto che lo faccia in modo speculare.», spiega Ivano Cresto, Managing Director prodotti di finanziamento di Facile.it. «E anche in caso di rincari, l’impatto effettivo sulle rate mensili dipenderà dalle caratteristiche di ciascun mutuo.».
Per l’esperto di Facile la differenza si trova nel percorso del mutuo in termini di anni che restano alla chiusura: chi sta pagando il finanziamento da anni, ad esempio, l’aumento sarà più modesto, mentre per chi lo ha ottenuto di recente, potrebbe essere più consistente in quanto gli interessi sono calcolati sul debito residuo.
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