La Bce lascia invariati i tassi. L'Fmi applaude, Trichet lascia
11 ott 2011 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso a maggioranza di lasciare i tassi d'interesse fermi all'1,5% e di lasciare invariato sia il tasso sui depositi (0,75%) che quello marginale (2,25%).
All'inizio di luglio il consiglio direttivo dell'Eurotower aveva rialzato i tassi di 25 punti, innalzando il tasso di riferimento passato dall'1,25% all'1,5%. Adesso, a ottobre, per la terza volta consecutiva (dopo agosto e settembre) i tassi sono rimasti fermi. Nel Consiglio direttivo che ha visto l'addio di Jean Claude Trichet alla guida della banca centrale (dal primo di novembre il suo posto passa a Mario Draghi) l'istituto centrale scende in campo e annuncia alcune misure “non standard” che aiuteranno le banche europee a rifinanziarsi. Le misure puntano ad assicurare “le liquidità sufficienti” a far fronte alle scadenze. In quest'ottica la Bce ha deciso di provvedere al rinnovo del programma d'acquisto di covered bond: l'istituto di Francoforte acquista sul mercato primario e su quello secondario le obbligazioni che sono state emesse dalle banche fino a 40 miliardi di euro e lancia due operazioni di rifinanziamento a tasso fisso a lungo termine, a scadenza 12 e 13 mesi con quantità illimitate: la prima avrà luogo entro fine ottobre, la seconda a dicembre. Tutte le aste per il rifinanziamento a tre mesi saranno realizzate con un volume illimitato fino a luglio del 2012.
Durante la riunione Trichet ha ribadito l'appello lanciato alle banche europee di fare con urgenza il possibile in modo da “rafforzare i bilanci” soprattutto praticando, dove necessario, “una politica di moderazione nelle retribuzioni, mettendo a profitto le misure pubbliche di sostegno, mantenendo in cassa gli utili piuttosto che redistribuirli come dividendi e utilizzando, dove fosse necessario, il Fondo di stabilità che può prestare ai vari governi i finanziamenti che sono necessari a sostenere le banche”. Secondo il presidente della Banca Centrale Europea “lasciare i tassi invariati è stata una saggia decisione” visto che nei mesi a venire, nell'area euro, l'inflazione sembra destinata a rimanere sopra il 2%, per poi scendere. “Durante la seconda parte di quest'anno - dice Trichet - nell'area euro, la crescita economica sarà molto moderata”. Perché? Le cause, spiega Trichet, sono più d'una. “La domanda internazionale che rallenta, la (troppo) debole fiducia di consumatori e imprese nonché lo sfavorevole impatto delle tensioni di alcuni mercati”. Questo il lato negativo. Dal punto di vista dell'ottimismo, Trichet indica “la positiva crescita dei mercati emergenti, le politiche monetarie e i tassi” tutte cose destinate a fornire benefici sicuri all'attività economica dell'area euro. Sempre secondo il presidente della banca centrale, i governi europei a questo punto “devono prendere misure aggiuntive” in modo da “consolidare i conti pubblici” se necessario. Tutti i governi, dice Trichet, “devono dimostrare inflessibile determinazione per onorare in pieno” la propria firma sovrana ratificando al più presto la riforma del fondo salva-Stati che è stata decisa lo scorso 21 luglio. “Urge” spiega Trichet “che i governi di area euro facciano entrare in vigore in modo risoluto riforme strutturali sostanziose in modo da rafforzare competitività e crescita potenziale”.
Per quanto concerne l'eventuale intervento della banca centrale per potenziare l'Efsf, il fondo-salvataggio europeo, questa ipotesi “non sarebbe appropriata” secondo Trichet. Il quale sostiene che “tutti gli Stati che partecipano al fondo possono ricorrere alla leva finanziaria”. Per quanto concerne le decisioni prese in questo periodo dalla Bce e l'ipotesi di un ulteriore impegno contro la crisi del debito, Trichet ha dichiarato: “ci siamo presi le nostre responsabilità in tempi difficili ma non possiamo certo sostituirci ai governi”. Circa la moneta unica al centro dei dibattiti e di molte critiche Trichet sostiene che l'euro “è credibile”, avendo garantito “la stabilità dei prezzi”. La mossa dell'istituto di Francoforte e le valutazioni sulla situazione economica dell'Ue hanno ricevuto il plauso dell'Fmi. “Siamo d'accordo con la Bce circa l'esistenza di severi rischi di ribasso nello scenario economico - spiega David Hawley, portavoce del Fondo monetario internazionale - e sosteniamo la decisione dell'istituto centrale europeo di allungare i tempi degli aiuti in termini di liquidità”.
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