Bonus casa, quanto costa il taglio degli incentivi
3,5 milioni di famiglie pronte a rinunciare ai lavori
Pubblicato il 12 November 2024
Occhio al bonus. Gli italiani vogliono investire sulla riqualificazione e l’efficientamento energetico delle proprie abitazioni, ma senza incentivi potrebbero andare al risparmio. In altre parole, spiega un’analisi realizzata da Cna e Nomisma, “la propensione agli interventi è strettamente connessa alla dimensione e alla stabilità degli incentivi”.
Incentivi: breve riassunto
Il Superbonus al 110% ha convinto molte famiglie a intervenire sulla propria casa. L’efficientamento energetico è infatti un elemento chiave per valorizzare gli immobili e muovere il mercato (anche in considerazione dei mutui verdi, più favorevoli). Ma anche gli incentivi “minori” (o, meglio, cosiddetti tali), come quello sulle ristrutturazioni al 50% e l’ecobonus al 65%, hanno continuano a dare buoni risultati, dando agio alle famiglie senza pesare sul bilancio dello Stato: tra il 2011 e il 2019, infatti, il volume delle detrazioni ha rispettato le previsioni di spesa con un impatto sostanzialmente neutro per la finanza pubblica.
La manovra varata dal governo, in corso di discussione in Parlamento, sembra voler tagliare i vantaggi fiscali. In particolare, l’ecobonus dovrebbe passare dal 65% al 50% e ridurre la platea dei potenziali beneficiari, visto che l’intervento potrebbe essere circoscritto alla sola abitazione principale, con tetti alle detrazioni in base al reddito e alla composizione familiare.
Cosa si perde senza bonus
Secondo il report di Cna e Nomisma, i limiti rischiano di avere un impatto sugli investimenti. Se gli attuali incentivi venissero confermati, 10 milioni di famiglie dichiarano di voler intervenire sulla propria casa nei prossimi tre anni. Ma 3,5 milioni di famiglie rinuncerebbero se i bonus venissero ridotti.
Una contrazione che si tradurrebbe in una riduzione degli investimenti di 97,3 miliardi. La domanda persa, spiega lo studio, equivale a un mancato valore aggiunto di 119,7 miliardi di euro e a una mancata attivazione di oltre 2 milioni di posti di lavoro. Notevole anche il valore ambientale che andrebbe perduto: 16.000 GW/h l’anno di energia non risparmiata, pari a 461 euro l’anno in media a famiglia.
Le richieste
La Cna chiede quindi di intervenire. Punta a mantenere per almeno un triennio l’assetto dei bonus attuale, con il 50% per le ristrutturazioni e il 65% per l’efficientamento energetico. Anche il sismabonus dovrebbe mantenere la dimensione delle agevolazioni attualmente in vigore. Inoltre, l’associazione chiede di non introdurre alcun tetto alle detrazioni in funzione del reddito e del nucleo familiare.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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