La Bce riconferma le decisioni prese e va in vacanza
Pubblicato il 15 August 2014
A Francoforte si respira aria di vacanza. Almeno così pare, vista la decisione della Bce di lasciare inalterati i tassi d’interesse, allo 0,15% per quanto riguarda il costo del denaro, allo 0,4% per quello sulle operazioni di rifinanziamento e al -0,1% per quello sui depositi.
Questa conferma dei tassi al minimo storico sembra suonare come un “buone vacanze” lanciato all'Eurozona. Questo anche se la Banca Centrale attribuisce il minimo storico dello 0,4% segnato nel mese di luglio al calo temporaneo dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari, insistendo sul ritorno, tra il 2015 e il 2016, al target del 2%.
Che i tassi continuino a volare a bassa o bassissima quota però Mario Draghi lo sa benissimo. E lo sanno benissimo anche le banche che prevedono di dover continuare a lungo a pagare, se vogliono mantenere i soldi nelle casse dell'Eurotower. “Gli interventi - spiega Draghi - riporteranno l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Il consiglio della Bce - prosegue il Presidente - è determinato unanimemente a usare, se fosse necessario, anche misure non convenzionali”.
La previsione evidenzia la presa di coscienza riguardo al fatto che, in presenza di una ripresa considerata moderata e disomogenea, le attese riguardo all’inflazione sono scese solo nel breve periodo. Riconfermato, dunque, l’impegno a ricorrere a strumenti come l’acquisto dei titoli che sono garantiti da prestiti bancari, gli Abs, Asset-backed securities, o di bond governativi, l'ormai famoso quantitative easing, se le previsioni sull’inflazione peggioreranno. Proprio riguardo a questi strumenti non convenzionali, la Banca Centrale, secondo quanto dichiarato da Draghi, ha già intensificato il suo lavoro preparatorio per acquistare sui mercati gli Abs, in modo da “rinforzare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria”.
E se la situazione peggiorasse, afferma ancora il presidente, la Bce “potrebbe procedere ad acquistare bond sul mercato a larga scala”. Insomma, al di là delle apparenze, nell'Eurozona regnano prudenza e incertezza: appare ormai evidente che ci vorrà parecchio tempo prima che diano i loro frutti le misure di stimolo, tra cui i tassi di deposito negativi, annunciati insieme al resto poco più di tre mesi fa.
Così come sarà parecchio difficile, secondo il Governatore, valutare fin d'ora l’impatto sull’economia dell’Eurozona della crisi in atto tra Russia e Ucraina. I rischi geopolitici, che sono cresciuti insieme alle turbolenze economiche dei mercati emergenti e di quelli globali - sottolinea Draghi - sono in grado “di influenzare negativamente le condizioni economiche”. Come? “Con effetti sui prezzi dell’energia, per esempio, o sulla domanda globale di prodotti provenienti proprio dall’Eurozona”, sottolinea il presidente. Più in generale, a sostenere i prezzi, dicono dalla Bce, provvederanno le misure già annunciate, tra le quali spicca il programma di prestiti alle banche, previsti da settembre per agevolare il credito all’economia reale e dare spinta al mercato dei mutui.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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