Un canale alternativo per l'investimento nel real estate

Pubblicato il 7 November 2014

Il crowdfunding può essere una soluzione di finanziamento per il settore real estate. Negli Stati Uniti il meccanismo comincia a dare i primi risultati positivi. Finora, è bene dirlo, anche al di là dell'oceano la soluzione del crowdfunding, utilizzato per finanziare dei progetti immobiliari senza affidarsi alle banche e ai loro mutui, viene usata soprattutto da piccole realtà imprenditoriali, ma inizia a manifestarsi un certo interesse per il meccanismo anche dagli enti locali, soprattutto per ciò che concerne i fondi da reperire per la riqualificazione urbana. In realtà, è già sicuro fin d'ora che questa non può porsi come una soluzione finanziaria completamente antagonista al  tradizionale mutuo a lungo termine, ma può svilupparsi bene come canale parallelo a quello bancario, soprattutto se va a sostegno di progetti innovativi.

Pionieri d'oro

Alcune tra le principali piattaforme Usa impegnate nella raccolta di fondi online hanno già prodotto alcune centinaia di milioni di dollari per finanziare progetti residenziali e commerciali. Tra i casi che hanno già riscosso buon successo c'è quello della società di sviluppo Westmill Capital: ha raccolto 350.000 dollari, forniti da piccoli risparmiatori e grandi investitori e, attraverso il portale Fundrise.com ha garantito la ristrutturazione di uno shopping center di due piani alla periferia di Washington. In questo caso, chi voleva partecipare poteva acquistare una quota di proprietà con soglia minima bassa (100 dollari) e rendimento stimato all'8% annuo su dieci anni derivante dai canoni d'affitto. Un’altra realtà americana che si muove nel crowdfunding per il settore immobiliare è Prodigy Network, attiva dal 2003 con investimenti negli Stati Uniti e in Sudamerica. Grazie a una raccolta record da 171 milioni di dollari, Prodigy è pronta a finanziare la costruzione del grattacielo più alto di Bogotà, in Colombia mentre a New York ha già realizzato il primo albergo che è stato totalmente finanziato tramite crowdfunding. 

L'Italia s'è desta (forse)

Se negli Stati Uniti il crowfunding immobiliare dimostra di essere una novità già ben avviata, da noi in Italia, una volta tanto, non si dorme sugli allori. E così, se negli States il settore viene controllato e regolamentato dalla Sec, la Consob americana che vigila sulle borse e sull’esposizione al rischio dei tanti risparmiatori, l’Italia è uno dei primi paesi europei che si è dotata di una regolamentazione di settore. Tramite il DL 18 ottobre 2012 n.179, intitolato Decreto crescita bis, la normativa prevede l’utilizzo del crowdfunding anche nel nostro Paese, limitatamente però al finanziamento di start-up innovative: vengono quindi escluse dal novero le società già esistenti. La Consob, inoltre, ha redatto il Regolamento definitivo di questo settore, pubblicato il 12 luglio 2013. Attualmente, l’applicazione del crowdfunding al mercato immobiliare italiano sembra ancora prematura, anche se già s'intravedono parecchie potenzialità, soprattutto nei settori bioedilizia e costruzioni a basso impatto ambientale. Un sito che da noi sta dando i primi frutti è Wallrise.it, marketplace che mette in contatto gli sviluppatori immobiliari a caccia di fondi e gli investitori alla ricerca di nuove opportunità di business.

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.

All'inizio negli anni '90 si è occupato di cronaca su La Repubblica lavorando al contempo come giornalista in alcune televisioni libere liguri. A Milano è stato redattore capo di Italia-iNvest.com, primo sito italiano specializzato in economia. Ha lavorato al sito “Lettera finanziaria” di Giuseppe Turani. Sulla carta stampata ha lavorato con Affari & Finanza ed è stato caporedattore di Finanza e Mercati. Attualmente lavora a MF-Milano Finanza.

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