Oggi meglio variabile o fisso?
Detta alla Lubrano, la domanda che in questi giorni sorgerà spontanea agli italiani alle prese con la richiesta di un mutuo è chiara, quanto lecita: perché le banche offrono prestiti per la casa sempre più cari, mentre i tassi di riferimento legati al tasso variabile (Euribor) e al fisso (Eurirs) sono in diminuzione? Basti pensare che l’Euribor a 3 mesi è inchiodato da settimane all’1,55%, mentre l’Irs a 25 anni, ora al 2,84%, lo scorso 23 settembre era sceso addirittura al 2,64%, il minimo del 2011.
A venirci in aiuto per comprendere meglio come stanno le cose è l’ultimo bollettino mensile pubblicato dalla Associazione bancaria italiana che ci indica due dati fondamentali, quanto eloquenti: ad agosto il tasso sui mutui è arrivato al 3,5%, in costante crescita dal 3,09% di maggio, al 3,16% di giugno, passando per il 3,22% di luglio. Detto che queste percentuali sono, comunque, delle medie mensili tra i prestiti a tasso variabile e quelli a tasso fisso, emerge altresì chiaramente che nelle ultime settimane il numero dei mutuatari che hanno deciso di accendere un mutuo a tasso fisso è aumentato dal 19% al 24%. Neo proprietari di casa che hanno scelto cioè di togliersi il pensiero e non dover più stare a seguire gli andamenti finanziari per sapere a quanto ammonterà ogni mese la propria rata.
Ovvio che questa sicurezza costa cara: si tratta di circa il 2% in più da pagare rispetto a quanti decidono, invece, di indebitarsi con un finanziamento a tasso variabile. Attualmenteil mercato propone per un mutuo fisso a 20 anni un tasso finale al 4,5% (dato dall’Eurirs e dal guadagno delle banche, definito spread), contro il 2,7% (Euribor+spread) che si può, invece, strappare nel caso ci si indebiti con un prestito variabile; ricordando che in quest’ultimo caso il tasso cambierà nel corso del tempo. Mentre lo spread rimane bloccato per tutta la durata del mutuo, l’Euribor viene ricalcolato ogni tre mesi.
Tuttavia, oltre a questa inversione di tendenza che spinge i mutuatari verso il fisso, per capire il perché le famiglie pagano di più per comprare casa con un prestito, va considerato anche l’aumento del costo del credito delle banche italiane. In parole semplici, l’impennata dello spread tra i titoli di Stato del BelPaese e quelli tedeschi (vale a dire la differenza nella loro affidabilità) comporta un aggravio di spese per gli istituti bancari che, acquistando denaro ad un prezzo più alto, quando lo rivendono ai clienti applicano poi un tasso maggiore. In queste ore va, comunque, segnalato il forte calo del differenziale che da quota 400 punti della scorsa settimana, ora è stabile a 364 punti.
Così è sul consumatore finale che ricade questo rincaro registrato dai mercati. In che modo? Tutti i neo aspiranti mutuatari che in queste settimane stanno richiedendo un mutuo lo stanno scoprendo a proprie spese: le banche hanno rialzato lo spread (vale a dire il loro guadagno) sia sui mutui a tasso variabile che su quelli a tasso fisso.
Numeri alla mano, consultando i fogli informativi dei più importanti istituti bancari si scopre che lo spread applicato al tasso Eurirs è aumentato dello 0,3%/0,4% sui mutui fissi, mentre quello sull’Euribor è salito dello 0,1% per i variabili. Tanto che secondo l’Abi, in tre mesi il costo medio per sottoscrivere un prestito per la casa è salito del 10,8%.
Un quadro che ovviamente non è roseo, ma che comunque non deve spaventare chi è alla ricerca di un mutuo per realizzare il sogno di una vita: comprare casa. Meglio, quindi, ricordare che la parola d’ordine in questi casi è: comparazione. Prima di sottoscrivere un prestito che durerà in media oltre 15 anni bisogna, infatti, meglio sempre vagliare il maggior numero di offerte presenti sul mercato, utilizzando anche i mediatori online che consentono con pochi click il confronto dei prezzi, a parità di condizioni, considerando tutte le casistiche possibili.
Una soluzione molto semplice che fa risparmiare tempo e denaro e che, magari, darà qualche chance in più a chi è alla ricerca di un mutuo visto che, a causa della crisi, il credit crunch è tornato a farsi stringente. Le banche, infatti, stanno diventando sempre più selettive nella concessione dei prestiti per la casa perché non si fidano dei mutuatari soprattutto se giovani. Tanto che, secondo i dati dell’indagine di Mutui.it, anche se un preventivo su 4 è richiesto dagli under 30, poi nemmeno il 5% delle loro domande si concretizzerà in un mutuo concesso.
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