Mutui per i lavoratori atipici
È risaputa la diffidenza del mondo bancario nei confronti degli atipici. Alla stregua di qualche malanno, gli istituti di credito tengono a debita distanza i lavoratori che non possiedono una stabilità nel rapporto di lavoro, come chi è impiegato a tempo determinato o chi ha un contratto a progetto. Soggetti cosiddetti non bancabili perché non hanno garanzie certe o un reddito sufficiente per ottenere un finanziamento.
Eppure si tratta di una platea molto ampia. Basti pensare che in Italia - lo ha messo nero su bianco l’Istat in un convegno organizzato lo scorso 15 settembre - chi fa parte dell’oceano di consulenti e collaboratori che prestano servizio per le piccole e grandi aziende rappresentano il 13,8% della forza lavoro totale. Così, ha sempre spiegato l’Istituto di statistica, se l’impiego atipico è nato come opportunità per i giovani, poi si è trasformato in un’arma a doppio taglio visto che la flessibilità è diventata precarietà.
Un termine, quest’ultimo, che proprio non fa rima con mutui. Chi, infatti, si rivolge a uno sportello bancario o postale per ottenere un prestito per l’acquisto della casa, non potrà certamente vantare le caratteristiche che di solito vengono richieste ai mutuatari: la capacità retributiva e l’affidabilità creditizia che dipendono dal reddito e dal tipo di occupazione. Ed ovviamente non essendo stabile il lavoro, le banche difficilmente concederanno il mutuo, anche se si offrirà in garanzia un altro bene immobile.
Gli istituti, piuttosto, a tutti i lavoratori atipici che richiedono un finanziamento a lungo termine propongono la firma di un fideiussore che potrà garantire con la propria situazione patrimoniale nel caso in cui non si riesca più a ripagare le rate a fine mese. Ma trovare un garante non è cosa semplice. In caso di inadempienza, infatti, il credito potrà essere richiesto forzosamente tanto al debitore principale quanto al fideiussore. Il che metterebbe in gioco il patrimonio e le fonti reddituali di entrambi, oltre ovviamente all’immobile ipotecato. Ecco spiegato anche perché la maggior parte dei garanti è rappresentata dai genitori, anche se è meglio ricordare che il fideiussore non deve mai superare i 75 anni alla fine del mutuo.
E con la crisi tutto è peggiorato. Se, infatti, fino a 4/5 anni fa molte banche avevano messo sul mercato dei prodotti ad hoc per i precari, dallo scandalo dei mutui subprime del 2007 (vale a dire i prestiti per la casa concessi troppo facilmente agli americani che disponevano di un basso reddito o che non vantano un contratto di lavoro a lungo termine) tutto è cambiato. A carissimo prezzo anche i precari italiani hanno ben capito che le porte delle banche si sono chiuse e che le soluzioni di mutuo sviluppate per dare anche a loro la possibilità di acquistare casa sono sempre più una chimera.
Va, comunque, ricordato che tra i requisiti di questi mutui c’è un’età compresa tra i 18 e i 35 anni e l’aver lavorato in maniera continuativa per un determinato periodo che generalmente è di circa 30 mesi negli ultimi 3 anni. Inoltre, per questi mutuatari c’è la possibilità di bloccare il pagamento dei bollettini per circa 6 mesi durante tutto il periodo di ammortamento del finanziamento.
E visto che tutto ha un prezzo, come corrispettivo del maggior rischio di insolvenza che deriva dalla concessione di questa tipologia di mutuo ai precari, le banche impongono condizioni economiche ancora più gravose con spread (cioè il guadagno delle banche) più alti della media.
Insomma, quello che stanno scoprendo amaramente tutti gli italiani, anche i più fortunati con un contratto a tempo indeterminato, alle prese in questi giorni con la richiesta di mutuo. Nonostante l’Euribor per i mutui a tasso variabile sia stabile e l’Eurirs per i fissi sia addirittura ai minimi da un anno, gli spread sono invece in costante crescita. Una stretta che, in poche parole, ripaga alla banca il rischio che il mutuatario non riesca a saldare il prestito.
Fortunatamente ci sono comunque buone notizie per i lavoratori atipici. Dall’inizio di settembre è operativo il fondo per l’accesso al mutuo per l’acquisto della prima casa da parte delle coppie under 35 con redditi precari, siano essi sposati o genitori single con figli minori a carico, promosso dal ministero della Gioventù con l’Associazione bancaria italiana.
Il progetto prevede la concessione di mutui a tasso agevolato con l’Eurirs o l’Euribor più uno spread di 120 punti base (se la durata del finanziamento è inferiore ai 20 anni) o 150 punti base (con durata uguale o superiore a 20 anni). L’importo massimo richiedibile è pari a 200.000 euro.
Tra i requisiti richiesti c’è l’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente) inferiore ai 35mila euro annui e almeno il 50% del reddito complessivo imponibile ai fini Irpef che deve derivare da un contratto di lavoro che non sia a tempo indeterminato, ma atipico.
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