Cosa vuol dire surroga
13 mag 2011 | 3 min di lettura | Pubblicato da Redazione M.
Dopo aver letto gli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia è facile storcere il naso. Lo scorso anno le famiglie hanno ottenuto prestiti per l’acquisto di abitazioni per quasi 57 miliardi di euro, vale a dire l’11,49% in più rispetto al 2009. Un incremento a due cifre che sembra, quindi, aver spazzato via la crisi.
Eppure non sono affatto lontani i tempi in cui no sembrava la parole d’ordine delle banche che, per evitare ulteriori perdite, sono diventate via via più selettive nella concessione dei finanziamenti ipotecari, mentre gli italiani si sono ritrovati sempre più schiacciati e impossibilitati al pagamento delle rate dei mutui sottoscritti.
Basti pensare al ruolo che hanno avuto e, stanno tutt’ora avendo, le operazioni di sostituzione sui nuovi mutui erogati: nei primi mesi di quest’anno le surroghe arrivano a rappresentare ben il 40% dell’erogato totale.
Così il mattone barcolla, ma sicuramente non molla anche grazie a questo provvedimento che, già contemplato dall’articolo 1202 del Codice civile, è stato rilanciato dalla legge 40/2007 (la cosiddetta Bersani bis) che prevede che un debitore possa, senza alcun costo, trasferire l’ipoteca iscritta a garanzia di un vecchio prestito per la casa in un nuovo contratto concesso da un’altra banca con cui ridefinire le condizioni: la durata, il tipo di tasso di interesse (se fisso o variabile) e lo spread (a quanto ammonta l’interesse), ma non l’importo.
Insomma, un’indispensabile ancora di salvezza durante lo tsunami economico-finanziario che si è abbattuto sui molti sottoscrittori di finanziamenti. Ma ora, con il costo del denaro all’1,25%, ma pronto a una graduale risalita (la Banca centrale europea ritoccherà il tasso d’interesse fino a portarlo entro la fine dell’anno al 2% e a fine del 2012 poco sopra quota 3%), cosa succederà a coloro i quali hanno ripreso a indebitarsi per comprare casa, scegliendo nuovamente un prestito che, nel 48% dei casi, è a tasso variabile puro?
Soldoni alla mano, il bollettino della rata che hanno ricevuto questo mese parla chiaro: l’importo è mediamente più alto di 12 euro. Un bel rincaro che, tuttavia, ancora non può dirsi allarmante considerando che il tasso variabile resta sempre più basso della media storica (3%). La scelta di questo mutuo continua, quindi, a restare la preferita dagli italiani che, comunque, ritengono di poter fare fronte a un rialzo certo della rata.
Ma l’annunciata mini-stretta della Bce potrà far dormire sonni tranquilli anche ai nuclei familiari meno abbienti che - grazie al Decreto Legge per lo sviluppo approvato dal Consiglio dei ministri - potranno rinegoziare il mutuo con la propria banca.
In particolare, fino al 30 aprile 2012 il mutuatario ha diritto di chiedere di trasformare il tasso da variabile in fisso a patto che abbia un reddito Isee non superiore a 30mila euro e sia in regola con i pagamenti. Una rinegoziazione che, tuttavia, risulterà molto conveniente soprattutto in questo momento con i tassi ancora bassi. Mentre, man mano che cresceranno, l’effetto di contenimento diminuirà.
Un po’ d’ossigeno, insomma, che farà riprendere fiato agli italiani, pronti poco dopo a sottoscrivere un mutuo senza pensarci più di tanto per poter inseguire il sogno di una vita: la casa.
Aggiornamento del 09 marzo 2012: leggi le novità sulla surroga introdotte dal DL liberalizzazioni
13 May 2011 di Patrizia De Rubertis
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