La Bce lascia invariati i tassi: e i mutui come reagiscono?
Cosa è cambiato in Italia dopo la decisione Bce
Pubblicato il 19 July 2024
La Bce ha deciso di lasciare invariati i tassi d'interesse rispettivamente al 4,25% sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 4,5% su quelle marginali e al 3,75% sui depositi. Tutto è rimandato, dunque, a settembre, esattamente al 12 settembre, quando ci sarà la nuova riunione della Bce. “La questione di cosa faremo a settembre è aperta e verrà decisa a seconda degli elementi", ha detto Christine Lagarde. Presidente della Bce. Quello che ci interessa di più è vedere quale sarà lo scenario dei mutui, compresi i mutui prima casa, almeno da qui a settembre.
Era già tutto previsto...
Ebbene, come già anticipato da un'analisi di Facile.it che giusto ieri 18 luglio sentenziava fosse ”troppo presto per un nuovo taglio dei tassi”, è avvenuto quanto previsto: niente di fatto. D'altra parte lo scorso giugno la Bce aveva ridotto gli indici di 25 punti base con un impatto positivo, seppur limitato, sui mutui variabili italiani. Per cui, adesso, secondo le simulazioni di Facile.it, il calo per un finanziamento medio è stato di circa 18 euro.
Facile.it: rate in discesa per i prossimi 12 mesi
“Ci vorrà ancora un bel po’ "- sottolineano da Facile.it- "prima che l’Euribor, indice di riferimento per i variabili, colmi la distanza con l’IRS, riferimento per i mutui fissi: secondo i Futures sugli Euribor, nei prossimi 12 mesi le rate di un mutuo medio variabile potrebbero scendere di circa 60 euro. Per chi oggi è alle prese con l’acquisto della casa, i mutui a tasso fisso continuano ad essere più economici; considerando un finanziamento medio, i migliori TAN partono da 2,97%, mentre quelli variabili da 4,46%, con una differenza di circa 100 euro nella rata mensile".
Idealista.it: nessuna sorpresa
Nessuna sorpresa dalla Bce, “attendista” per colpa della pressione dell’inflazione, è anche il parere di Fabio Femiani, responsabile di idealista/mutui per l’Italia. "Il mercato dei mutui" - dice l'esperto - "fa notare come l’Euribor abbia recepito il taglio solo nell’ultimo periodo, mentre l’IRS, dal momento che rappresenta la view di lungo periodo, aveva già incamerato il taglio di giugno e pertanto negli ultimi 6/7 mesi si è mantenuto più stabile. Quella di ieri è una notizia meno positiva soprattutto per i mutuatari a tasso variabile che, dopo i primi benefici in termini di risparmio avuti sulla rata di giugno, avrebbero volentieri accolto nuovi significativi ribassi anche sulla rata di luglio…toccherà aspettare almeno dopo la pausa estiva".
Più difficile la discesa del mutuo variabile
“Il ritardo nella riduzione dei tassi di interesse implicherà anche un ritardo nelle revisioni al ribasso delle rate dei mutui variabili" - spiega Juan Villén, direttore generale di idealista/mutui - "La situazione è invece migliore per quelle famiglie che cercano un prestito ipotecario in questo momento, poiché la concorrenza tra gli enti ha provocato una riduzione degli spread per i nuovi mutui e si prevede che continueranno a seguire la stessa tendenza per il resto dell'anno".
Senza il taglio si risparmia meno
Secondo le simulazioni di idealista/mutui, rispetto all'inizio dell'anno la rata di un mutuo trentennale a tasso variabile con spread allo 0,75% scende di 31 euro mensili: il risparmio arriva fino a 372 euro annuali. Scendono, ma meno, anche i mutui a tasso fisso: il risparmio per un mutuo a tasso fisso, sempre con scadenza a 30 anni e spread allo 0,5%, da gennaio a luglio, ammonta a 4 euro mensili, pari a 48 euro annuali. Al momento, un mutuo trentennale da 200 mila euro a tasso fisso al 3,2% paga una rata mensile da 864 euro, mentre i mutui a tasso variabile al 5,02% hanno una rata da 1.076 euro.
I mutui a tasso variabile restano più costosi
É d'accordo anche il Codacons secondo cui il mancato taglio dei tassi deciso dalla Bce è una pessima notizia per questo tipo di utenti. “Ricordiamo infatti" – spiega il presidente Carlo Rienzi - "che un taglio dei tassi dello 0,25% equivale a un risparmio medio tra 15 e 30 euro sulla rata mensile per i tipi di mutuo variabile più diffusi in Italia”. Parliamo, sottolinea Rienzi, di cifre tra 180 e 360 euro in meno annui a famiglia. “Una nuova riduzione dei tassi d'interesse" – prosegue Rienzi - "sarebbe stata un segnale positivo e avrebbe ridato fiato alle famiglie dopo due anni di caro-mutui: pensiamo solo che per alcuni tipi di mutuo a tasso variabile la maggiore spesa raggiunge oggi 5 mila euro l’anno rispetto ai tassi medi di fine 2021”.
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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