Comunicati - Tasso misto: raccoglie solo il 2% delle richieste di mutuo
Tasso misto: scarsa conoscenza di un prodotto flessibile e adatto al mercato incerto
Pubblicato il 11 January 2012
Tasso misto: raccoglie solo il 2% delle richieste di mutuo
Milano, gennaio 2012 – Nonostante possa essere la scelta giusta in questi momenti di incertezza economia, solo il 2% di chi chiede un mutuo sceglie il tasso misto. A dirlo è il comparatore Mutui.it (www.mutui.it), che ha esaminato oltre 400.000 preventivi di mutuo compilati sul sito negli ultimi mesi.
La stretta creditizia, gli spread delle banche saliti oltre il 4% e i bassi tassi della BCE rendono la situazione davvero complessa per chi sta cercando di comprare casa e il rischio di incorrere in un investimento sbagliato è alto; proprio per questo, la scelta del tasso da applicare per stabilire l’ammontare della rata diventa fondamentale.
«In tempi di incertezza economica – afferma Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Mutui.it – è una reazione naturale puntare ad un tasso di interesse che non ci riservi soprese nei prossimi anni; ecco perché il tasso fisso sembra riscuotere un interesse sempre maggiore. Eppure diverse tipologie di mutuo, come quelle a tasso misto, potrebbero rivelarsi più vantaggiose, soprattutto perché più flessibili.»
Va detto che esistono diverse tipologie di mutuo a tasso misto: le più comuni danno al mutuatario la possibilità di modificare, a scadenze definite, il tipo di tasso – passando da fisso a variabile o viceversa – rinegoziandolo in base all’andamento del costo del denaro e alla situazione macro (o micro) economica. Altri mutui di questo tipo, invece, impostano un tasso variabile (quindi una rata più bassa) nella prima fase di finanziamento, per poi successivamente passare ad un tasso fisso che viene predefinito già in fase di stipula del contratto.
Qualunque sia il mutuo misto scelto si tratta sempre, in sostanza, di strumenti che consentono al cliente di dotarsi di forme di flessibilità, adattando il tasso – e, quindi, anche la rata – alla situazione contingente di mercato o alle proprie disponibilità finanziarie del momento. Questa maggiore libertà dai vincoli che le altre tipologie di mutuo impongono ha, di contro, maggiori costi da parte delle banche (in termini di spread o di altre spese di rinegoziazione). Vista l’incertezza del momento però, il gioco potrebbe valere la candela, tenendo sempre presente che è comunque possibile surrogare il mutuo, senza sostenere spese aggiuntive, nel momento in cui gli spread torneranno a livelli più contenuti.
Nell’ambito dell’indagine condotta tra le domande di tasso misto, Mutui.it ha rilevato che la richiesta media per questo tipo di finanziamentoè di 147.000 euro, pari al 61% del valore dell’immobile che si intende ipotecare. Questo loan to value basso è una prova evidente che questi cittadini hanno maggior dimestichezza con prodotti finanziari più sofisticati, sono più consapevoli della situazione economica e del mercato del denaro. Hanno quindi messo da parte del denaro, prima di puntare all’acquisto: non a caso l’età media al momento della richiesta è di 38 anni, mentre la durata media del finanziamento è di 25 anni.
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